Ortobiologia: la nuova soluzione a artrosi e patologie muscolo-tendinee

Ortobiologia: la nuova soluzione a artrosi e patologie muscolo-tendinee

Editato da: Gloria Conalbi il 22/03/2023

Questo tipo di trattamento prevede il prelievo di tessuto adiposo che, a differenza di altre aree, contiene una maggior concentrazione di cellule staminali-mesenchimali. Scopri di più con il Dott. Trentani, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Bologna.

Ortobiologia: la rigenerazione biologica del tessuto

Nel campo della medicina rigenerativa l’ortobiologia rappresenta una grande innovazione, introducendo la possibilità di una rigenerazione biologica del tessuto come alternativa o ritardo alla sostituzione della porzione interessata con protesi. L’obiettivo è infatti quello di riparare l’osso e i tessuti dell’apparato muscolo-scheletrico sfruttando il lavoro sinergico di biologi e ortopedici, piuttosto che, ove possibile, procedere alle tradizionali tecniche chirurgiche di sostituzione. L’ortobiologia si avvale pertanto di: lubrificanti (jaluronati), riparatori (collagene), fattori di crescita (PRP e gel piastrinico) e di rigenerativi (cellule staminali-mesenchimali autologhe dal midollo osseo, dal tessuto adiposo o dal sangue periferico del paziente): in quest’ultimo capitolo le formazioni cellulari risultanti saranno multipotenti, cioè in grado di maturare secondo la via di crescita corrispondente al tipo di tessuto che deve essere riparato.

Ortopedia rigenerativa con cellule mesenchimali da tessuto adiposo

I tessuti colpiti da artrosi e patologie muscolo-tendinee costituiscono da sempre una grande sfida per gli specialisti in ortopedia e fisiatria, avendo questi tessuti una limitata capacità di auto-guarigione. Tali patologie rappresentano inoltre alcune tra le maggiori cause di dolore e disabilità nell’uomo, condizionando ampiamente la qualità della vita (artrosi, degenerazioni e traumi tendinei e muscolari).

La medicina rigenerativa viene in soccorso a questa problematica, fornendo una valida soluzione alla degenerazione dei tessuti. Le cellule mesenchimali staminali, che favoriscono la guarigione spontanea dei tessuti, sono presenti in ingenti quantità nel tessuto adiposo. Sono cellule non specializzate, progenitrici delle cellule che formano tutti i tessuti del corpo umano come ad esempio cartilagine, muscoli, tendini, sangue, ecc.

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo di tessuto adiposo nella rigenerazione tissutale?

Rispetto alle altre aree di prelievo, come il midollo osseo, il tessuto adiposo viene preferito per la maggior concentrazione di cellule staminali-mesenchimali e per la facilità di prelievo: si esegue una piccola liposuzione in sede addominale o glutea. Il risultato è un ridotto dolore durante il prelievo, nonché una minore invasività e una maggiore facilità di accesso. Il procedimento viene eseguito attraverso l’uso di un kit monouso che, in un unico tempo chirurgico, è in grado di attuare una massimizzazione della concentrazione di cellule staminali-mesenchimali, sfruttando un processo di filtrazione e purificazione. La durata complessiva del trattamento varia tra 20 e 30 minuti ed ha un’efficacia molto alta.

In quali casi e come si effettua il trattamento?

Questo tipo di approccio è applicabile nei casi in cui il processo di degenerazione dell’articolazione si trovi in fase iniziale o media. La modalità di somministrazione di questi trattamenti è di tipo infiltrativo (1 sola infiltrazione) con frequenza variabile a seconda della sintomatologia del paziente, sicuramente non prima di 10-12 mesi
La microframmentazione del tessuto adiposo è consigliata nelle seguenti patologie:

  • Lesioni cartilaginee post traumatiche e malformative (displasia congenita, conflitto femoro-acetabolarE);
  • Lesioni cartilaginee degenerative (artrosi);
  • Lesioni tendinee;
  • Lesioni muscolari.

Quale procedura si utilizza per questo tipo di intervento?

L’intervento viene eseguito in una sala operatoria o in un ambulatorio chirurgico sotto una semplice anestesia locale eseguita nell’area del prelievo adiposo (addome, gluteo, interno coscia, ecc.) e si divide in tre fasi: lipoaspirazione, processazione con Kit dedicato e infiltrazione nel distretto affetto dal danno.

La lipoaspirazione consiste nella realizzazione di una piccola incisione nella zona addominale al fine di permettere l’introduzione di un sottile ago-canula attraverso la quale viene aspirato il tessuto adiposo necessario. Per la dimensione ridotta dell’incisione non si renderà necessaria l’applicazione di alcun punto di sutura, mentre sarà utile l’utilizzo di una pancera per 10-12 giorni. Avendo l’incisione dimensioni alquanto ridotte, il paziente non riscontrerà alcuna conseguenza estetica in sede di prelievo.

La seconda fase consiste nella processazione del tessuto adiposo aspirato attraverso Kit specifici. Consiste nella purificazione del lipoaspirato all’interno di un sistema chiuso e asettico che provvederà ad eliminare i residui oleosi ed ematici, per scongiurare il rischio di infiammazione, senza manipolazioni gravose per l’integrità della “nicchia vascolo-stromale”: elemento attivo della rigenerazione tissutale. La terza ed ultima fase è la fase di infiltrazione durante la quale il tessuto prelevato dal Kit viene iniettato nella sede affetta dal danno (articolare, tendinea, muscolare, sottocutanea, ecc.). Il periodo di osservazione postoperatoria richiesto è di soli 20 minuti, permettendo al paziente di tornare a casa poco dopo la fine del trattamento. Come effetto collaterale si può riscontrare un leggero dolore e versamento nella sede di prelievo nei giorni successivi all’intervento e raramente un leggero dolore nella sede di infiltrazione come d’altra parte avviene dopo qualsiasi infiltrazione, fosse anche con il cortisone. A seconda del caso clinico, al paziente può essere prescritto un breve periodo di astensione dall’attività ludica e sportiva.

 

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