Pacemaker e defibrillatore impiantabile: a che cosa servono e come funzionano?

Pacemaker e defibrillatore impiantabile: a che cosa servono e come funzionano?

Editato da: Sharon Campolongo il 29/11/2022

Il pacemaker e il defibrillatore impiantabile sono dispositivi che si impiantano mediante un intervento chirurgico e sono indicati per pazienti affetti da disturbi cardiaci. Insieme al Dott. Stefano Aquilani, specialista in Cardiologia, scopriamo di che cosa si tratta e come distinguere tali dispositivi

Quali sono le principali differenze tra pacemaker e defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD)?

Il pacemaker è un dispositivo impiantabile in grado di far battere il nostro cuore quando questo rallenta troppo. Il paziente sarà messo al sicuro da possibili pause prolungate dell’attività elettrica cardiaca che possano essere causa, per esempio, di episodi transitori di perdita di coscienza (sincopi).

Invece, il defibrillatore possiamo considerarlo l’evoluzione del pacemaker, poiché è un dispositivo in grado di proteggere il cuore sia se questo rallenta troppo funzionando come un pacemaker, sia se questo accelera troppo per tachiaritmie (aritmie veloci) potenzialmente fatali come la tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare. In questo ultimo caso, il dispositivo può essere in grado di terminare la tachiaritmia erogando una terapia specifica eventualmente comprensiva di uno o più shock da defibrillazione.

Quando è necessario impiantare un pacemaker o un ICD?

Un paziente è candidato ad un impianto di pacemaker, quando ha bisogno di un aiuto a causa di rallentamenti patologici della frequenza cardiaca in assenza di una cardiopatia per la quale potrebbero manifestarsi anche tachiaritmie come la tachicardia e la fibrillazione ventricolare.

Queste ultime due aritmie, infatti, colpiscono solitamente cuori affetti da gravi cardiopatie congenite o acquisite come, ad esempio, in seguito ad un esteso infarto miocardico. In questi casi vi è l’indicazione all’impianto di un defibrillatore.

mani che hanno un cuore disegnato

Come si svolge l’impianto di un pacemaker o di un ICD?

L’impianto di un pacemaker o di un defibrillatore (endocavitari) è simile.

L’intervento si svolge in anestesia locale con una piccola incisione al di sotto della clavicola, solitamente la sinistra. Il Cardiologo, tramite le vene che dall’arto superiore arrivano al cuore, introdurrà uno, due o tre elettrocateteri (in base alle caratteristiche del paziente ed il tipo di dispositivo scelto) fino al cuore. La punta degli elettrocateteri (porzione distale) verrà posizionata in zone precise del cuore (atrio destro, ventricolo destro ed in casi selezionati ventricolo sinistro). La porzione prossimale verrà collegata al pacemaker o defibrillatore che verrà a sua volta posizionato in una tasca sottocutanea o sotto muscolare.

Gli elettrocateteri collegati al pacemaker/defibrillatore costituiscono insieme il circuito elettrico in grado di registrare accuratamente il ritmo cardiaco così da intervenire in caso di necessità modulando, secondo la programmazione impostata, il battito.

Ultimamente sono entrati in commercio anche dei pacemaker senza elettrocateteri, cosiddetti pacemaker leadless. Il dispositivo, tramite una grossa vena della coscia, viene condotto e posizionato direttamente in ventricolo destro. Abbiamo anche il defibrillatore sottocutaneo che non utilizza degli elettrocateteri introdotti nelle vene, ma posti nel tessuto sottocutaneo della parete toracica anteriore.

Cosa fare e cosa non fare con un pacemaker o ICD?

I pazienti portatori di pacemaker o defibrillatore possono svolgere una vita assolutamente normale.

Le restrizioni sono poche, volte a non ledere la funzionalità del sistema di elettrostimolazione.

Il Cardiologo curante nonché le aziende produttrici di pacemaker e defibrillatori forniscono in genere tutte le informazioni necessarie anche con degli opuscoli dedicati.

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