Perdita di capelli: quando preoccuparsi?

Perdita di capelli: quando preoccuparsi?

Editato da: Sharon Campolongo il 31/10/2022

In ambito dermatologico è importante capire se la perdita di capelli ha carattere di effluvio, ossia acuto, oppure defluivo, cioè cronico, per poter identificare i problemi di diradamento e trovare un trattamento adeguato. Scopriamo in questo breve articolo di che cosa si tratta e quali terapie esistono per questa patologia

Qual è il ciclo di vita del capello?

La cute presenta follicoli piliferi dove si formano i capelli, i quali seguono un ciclo di vita che si suddivide in tre fasi:

  • Fase Anagen: periodo in cui cresce il capello con una velocità di 1 cm al mese;
  • Fase Catagen: stadio in cui si sospendono le funzioni vitali del capello e rimane in questo stato per 2/3 settimane;
  • Fase Telogen: il capello non cresce più e rimane attaccato al follicolo per circa 100 giorni prima della caduta dello stesso.

Generalmente, ogni giorno si perdono tra i 50 e gli 80 capelli che verranno sostituti da altrettanti nuovi. Quindi, la caduta dei capelli è fisiologica.

Quando la caduta dei capelli rappresenta un problema?

Due condizioni cliniche rappresentano un problema per la caduta dei capelli:

  • Effluvio: quando la caduta di capelli al giorno è eccessiva, ma non sono presenti danni al follicolo, quindi tale condizione è benigna e reversibile;
  • Defluvio: è una perdita di capelli non eccessiva ma definitiva, poiché si perde anche il follicolo per sclerosi o atrofia. Tale condizione se non trattata può degenerare e portare all’alopecia.

    ragazza che si spazzola i capelli

     

Quante tipologie di effluvio e defluvio esistono?

Esistono diverse tipologie, tra cui:

  • Effluvio in telogen: perdita abbondante di capelli causato da un episodio emotivamente importante come stress acuti fisici o psicologici, interventi chirurgici, emorragie, avvelenamenti, parto, allattamento, malattie febbrili e lutti. Di solito, questa condizione si arresta spontaneamente e i capelli ricrescono;
  • Effluvio telogen cronico: in questo caso la caduta dei capelli avviene durante tutto il periodo dell’anno e non si risolve spontaneamente. Le possibili cause sono i disturbi endocrini, le situazioni nevrotiche o depressive, l’uso o abuso cronico di farmaci e le malattie infettive croniche;
  • Effluvio in anagen: vi è la caduta di migliaia di capelli al giorno che colpiscono alcune zone della cute dovuta a uno squilibrio metabolico (alopecia areata, chemioterapia antineoplastica, dieta aproteica, farmaci e radiazioni ionizzanti);
  • Defluvio in telogen: è rappresentata da una caduta di capelli di intensità modesta e corrisponde nell’uomo alla calvizia comune e stempiatura; mentre per la donna si identifica con l’alopecia dovuta da anoressia nervosa od ovaio policistico;
  • Defluvio in anagen: è la perdita dei capelli in crescita con distruzione del follicolo pilifero, causata da patologie come il lichen alopecizzante, la follicolite decalvante e il lupus eritematoso discoide.

Quali trattamenti esistono per la caduta dei capelli?

In caso di caduca abbondante dei capelli, si consigli di rivolgersi a un Dermatologo specializzato in disturbi e patologie legate al cuoio capelluto.

Infatti, lo specialista realizzerà un’accurata anamnesi ed eseguirà eventuali osservazioni microscopiche.

Inoltre, potrà sottoporre il paziente ad alcuni esami:

  • Pull Test: consiste nel tirare dolcemente una ciocca di capelli per capire come si staccano dal cuoio capelluto;
  • Wash Test: si chiede al paziente di lavare i capelli dopo una settimana e poi raccogliere e contare i capelli caduti;
  • Tricogramma: si prelevano con una pinza tra i 50 e i 100 capelli per studiarne le alterazioni o le anomalie al microscopio.
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