PFO: Forame Ovale Pervio

PFO: Forame Ovale Pervio

Editato da: Alice Cattelan il 24/10/2022

Il Forame Ovale è un tunnel all’interno del setto interatriale che mette in comunicazione l’atrio destro e l’atrio sinistro (due delle quattro camere cardiache) durante lo sviluppo fetale per permettere il passaggio del sangue proveniente dal cordone ombelicale. Il Forame Ovale, nella maggior parte dei casi, si chiude dopo la nascita, attraverso la fusione di due membrane (il septum primum e il septum secundum) che costituiscono la parete di divisione dei due atrii (setto interatriale). In circa una persona su quattro questa fusione non avviene e permane un passaggio piu’ o meno grande di sangue.

Quali sono i sintomi del Forame Ovale Pervio?

Il Forame Ovale Pervio  nella maggior parte dei  casi è una condizione benigna e non causa alcun sintomo.  Alcuni studi correlano il forame ovale pervio con l’emicrania con aura e con la sindrome da platipnea ortodeoxia (riduzione della saturazione di ossigeno nel passaggio dal clino all’ortostatismo).

Quali sono le complicazioni del PFO?

Seppur  in casi molto rari, il PFO può essere coinvolto nella genesi di una forma particolare di ictus (ischemia cerebrale) chiamata ictus criptogenetico. Questa forma è caratterizzata dall’assenza di evidenti patologie alla base dell’evento ischemico (per esempio la fibrillazione atriale e l’ateromasia carotidea).  Quando una persona giovane è colpita da ischemia cerebrale e non è stata identificata una causa precisa che possa averlo provocato bisogna iniziare un iter diagnostico per la ricerca del PFO.

Come avviene la diagnosi?

Il primo esame di screening da effettuare sono  il doppler transcranico o l’ecocardiogramma con contrasto salino. Questi esami, anche comunemente chiamati  “bubble test”,  si eseguono iniettando  un mix di soluzione fisiologica (acqua) e aria mischiate insieme in una vena del paziente stesso, cosi’ da creare una sorta di “mezzo di contrasto” formato da migliaia di microbollicine. Immediatamente dopo l’iniezione si verifica attraverso il doppler transcranico l’eventuale arrivo di microbolle nelle arterie del cervello. Un’alternativa è quella di eseguire durante l’iniezione un’ecocardiografia e verificare l’eventuale passaggio di microbolle nelle sezioni  sx del cuore.  In entrambi i casi, se ciò avviene,  si puo’ quindi  ipotizzare la presenza di un PFO. In caso di doppler transcranico o eccoardiogramma con contrasto salino positivi, e quando  sia indicata la chiusura del PFO è utile l’esecuzione di  un ecocardiogramma transesofageo per confermare la diagnosi anatomica e pianificare il trattamento.

Come è possibile curarlo?

In caso di  Forame Ovale Pervio sintomatico le strategie terapeutiche sono sostanzialmente due: la terapia medica e quella interventistica. La prima si avvale dell’utilizzo di farmaci anti-trombotici da assumere quotidianamente. Il trattamento interventistico invece consiste in un intervento mini-invasivo, che si esegue attraverso  la puntura di una vena della gamba. Durante questo tipo di procedure viene posizionato all’interno del cuore un dispositivo, comunemente chiamato “ombrellino”, che determina la chiusura del PFO.  Alcuni studi hanno dimostrato che la chiusura meccanica del forame ovale pervio, in certo tipo di pazienti,  è maggiormente efficace della terapia medica nel prevenire eventuali recidive ischemiche.

Quando va ricercato e curato?

In pazienti con storia clinica di ictus o ischemia periferica a genesi sconosciuta, in chi svolge attività subacquee di professione e in soggetti con sindrome da platipnea ortodeoxia.  Il forame ovale pervio non va ricercato o trattato in soggetti asintomatici o in pazienti affetti da cefalea.

Cardiologia a Cotignola