Sindrome da conflitto sub-acromiale della spalla: cos’è?

Sindrome da conflitto sub-acromiale della spalla: cos’è?

Editato da: Cecilia Ghidotti il 02/05/2022

La sindrome da conflitto sub-acromiale rappresenta una delle patologie più comuni della spalla. Colpisce soprattutto persone oltre i 60 anni di età, insieme agli sportivi ed ai lavoratori che quotidianamente sollevano grandi quantità di peso. Il Dott. Vinicio Perrone ci aiuta a capirne le cause ed i vari possibili trattamenti

Spazio subacromiale e sindrome da impingement

Quando parliamo di spazio subacromiale ci riferiamo a quella parte del corpo compresa tra la testa dell’omero e l’acromion. Se vengono effettuati ripetutamente movimenti di sollevamento delle braccia (oltre i 60°), si possono sviluppare delle degenerazioni nei tendini che compongono la cuffia dei rotatori: la cuffia si infiamma e compaiono lacerazioni tendinee e muscolari che progressivamente comportano un aumentano del dolore e della limitazione funzionale.

Questa infiammazione viene, appunto, chiamata sindrome da conflitto sub-acromiale della spalla (o sindrome da impingement).

Nel caso ci la patologia non venga trattata con tempo si può incorrere in una lesione grave della cuffia dei rotatori.

Il trattamento

Tra i possibili trattamenti troviamo:

  • Infiltrazioni di acido ialuronico o di fattori di crescita. Questa terapia risulta utile soprattutto ai primi stai dell’infiammazione, se accompagnata dalla giusta riabilitazione articolare;
  • Innesto di cellule mesenchimali. Queste cellule vengono prelevate dal tessuto adiposo permettendo la rapida riparazione delle lesioni ed aiutando ad alleviare il dolore;
  •  Artroscopia. Si effettua solo nei casi più avanzati con maggiore degenerazione della cuffia dei rotatori.

L’artoscopia

Come già anticipato, l’artroscopia sarà la scelta ideale per i pazienti con una sindrome da impingement in stadio avanzato. L’intervento avviene in anestesia locale e consiste in un'incisione di pochi millimetri nel quale viene introdotto l’artroscopio.

In artroscopia si può quindi procedere con:

  • l’acromionplastica, cioè l’aumento dello spazio subacromiale così da evitare eventuali frizioni e carichi su tendini ed articolazioni.
  • L’asportazione del tessuto infiammato;
  • L'eventuale sutura delle parti lesionate della cuffia dei rotatori.

Generalmente l'artroscopia può durare dai 30 minuti ad 1 ora, dipendendo dalla sua gravità ed il paziente deve affrontare tra 1-2 giorni di degenza.

Ulteriori possibili trattamenti

In casi estremi di lesione massiva della cuffia dei rotatori, esistono altre due opzioni percorribili:

  • Il Balloon. Inserimento di un palloncino contenente acqua fisiologica che crea un piano di scorrimento tra la testa dell’omero e la cupola acromiale riducendo dolore e migliorando il movimento;
  • La protesi di spalla. Si procede con l’alternativa protesica nei casi di lesione massiva della cuffia dei rotatori accompagnata da artrosi.

Qualsiasi sia la scelta terapeutica, sarà necessario intervenire con tempestività per evitare eventuali disabilità permanenti.

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