Sindrome dell’impostore: sai di che cosa si tratta?
Alla fine degli anni ’70 le Psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes hanno descritto un nuovo fenomeno definito “sindrome dell’impostore”. Ne parla la Prof.ssa Maristella Buonsante, specialista in Psichiatria
Che cosa si intende per sindrome dell’impostore?
Per “sindrome dell’impostore” si intende quel disturbo che fa pensare alle persone di non meritare i successi raggiunti, attribuendoli a fattori esterni come ad esempio la fortuna.
Purtroppo però le persone affette da questa sindrome sottovalutano le proprie conoscenze e le proprie capacità sentendosi dei veri e propri “impostori”.
Questa condizione colpisce soprattutto persone che svolgono ruoli sociali e lavorativi importanti, indipendentemente dal genere.
Da che cosa è causata?
La sindrome dell’impostore viene associata a bassi livelli di autostima e percezioni di scarso valore personale e inadeguatezza.
Pertanto, le persone colpite da questa sindrome hanno paura di essere “smascherate” e, in questo modo, perdere tutto quello che hanno guadagnato e costruito in tutto questo tempo.
Quali sono le conseguenze di tale sindrome?
La sindrome dell’impostore ha un forte impatto sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono.
Tra le conseguenze troviamo:
- Timore intenso del giudizio
- Costante confronto con gli altri
- Paura del fallimento
- Perfezionismo
- Forte autocritica
Questa condizione causa elevati livelli di ansia, paura, angoscia e frustrazione, fino ad arrivare a sviluppare sintomi depressivi o disturbo bipolare.
Che cosa fare in questi casi?
In questi casi si consiglia un buon trattamento psicoterapeutico di orientamento cognitivo comportamentale.
Solo in caso di elevati livelli di depressione si raccomanda una terapia farmacologica.