Durante il periodo di pandemia, è stato dimostrato che c’è stato un aumento impressionante di percentuale di popolazione soggetta a stress o ansia e, di conseguenza, a bruxismo o cefalee muscolo tensive. Approfondiamo di che cosa si tratta con il Dott. Marco Zilia Bonamini Pepoli, esperto in Odontostomatologia
Che cos’è il bruxismo?
Si tratta di un atto involontario che ci porta a stringere i denti soprattutto durante la notte, legato ad uno scarico di stress o ansia, sovraccaricando i muscoli della masticazione e provocando un senso di mal di testa al risveglio.
Inoltre, con il tempo, il bruxismo determina un eccessivo consumo dei denti e un danno all’articolazione temporo-mandibolare e, talvolta, ai muscoli cervicali.
Va tenuto presente che i denti vengono a contatto circa 45 minuti totali nelle 24 ore sia durante la deglutizione sia nella masticazione. Tuttavia, le persone con bruxismo impegnano i loro denti, muscoli e articolazione per circa 8 ore su 24.
Con questi dati si può facilmente capire i danni che si possono avere nel tempo.
Inoltre, bisogna considerare che gli sportivi hanno un impegno stressante più marcato.
Quali sono i sintomi più frequenti?
La sintomatologia di tale condizione include:
- Mal di testa
- Vertigini
- Acufeni (sensazione di sibilo nell’orecchio)
- Difficoltà alla deglutizione
- Scricchiolii durante l’apertura e la chiusura della bocca a livello dell’articolazione temporo-mandibolare
- Difficoltà ad aprire completamente la bocca
- Dolori cervicali
- Cefalee muscolo tensive
Come trattare il bruxismo?
La terapia medica in questi casi non dà risultati soddisfacenti, pertanto bisogna fare una visita specialistica da uno Gnatologo, il quale dopo una visita accurata e vari test può valutare la possibilità di fare un bite.
Si tratta di una mascherina in silicone di circa 2 mm che separa le due arcate dentarie. È un trattamento non invasiva e che permette una vita assolutamente normale.
È fondamentale fare una diagnosi precoce, perché se l’articolazione è compromessa il tipo di bite è completamente diverso: diventa un apparecchio ortopedico con caratteristiche diverse dal bite semplice di protezione al bruxismo. È sempre poco invasivo ma spesso va portato non solo la notte, ma anche alcune ore durante il giorno.
Diversa è la situazione per gli sportivi: ci sono due tipi di bite sportivi, quelli protettivi e quelli stabilizzanti. Ovviamente, tutti devono avere delle caratteristiche che li rendano portabili e che non interferiscano la corretta respirazione.
Per quanto riguarda i bite protettivi, meglio conosciuti come Protettori Orali Fisiologici (POF), vengono fatti con materiale siliconico su misura dopo avere preso delle impronte del cavo orale. Possiedono uno spessore massimo di 2,5 mm senza alterare la normale chiusura della bocca.
Invece, nel caso dei bite stabilizzatori, sempre dopo avere preso delle impronte, vengono sviluppati con materiale termoplastico anche qui controllando lo spessore.
Quali sono i benefici dell’utilizzo di un bite?
I vantaggi di questi ausili sono:
- Protezione dei denti
- Protezione dell’articolazione mandibolare
- Ripristino del corretto allineamento dei denti
- Diminuzione degli sforzi dei muscoli facciali e del collo
Inoltre, è bene sottolineare che chiunque debba fare un bite si sottoponga ad una visita dallo specialista Gnatologo, che valuterà dopo opportuni test a consigliare il tipo giusto di bite.
Infatti, il Gnatologo ricopre un ruolo ormai fondamentale in un Centro Odontoiatrico che offra al paziente una completa attenzione al cavo orale.