Sul filo del cuore: prevenzione della cardiopatia ischemica
Il Dott. Andrea Mortara, specialista in Cardiologia a Monza, approfondisce in questo articolo le misure di prevenzione e si trattamento della cardiopatia ischemica
Fattori di rischio e gestione clinica
I fattori di rischio non modificabili, come l'ereditarietà e la familiarità per la cardiopatia ischemica, e quelli modificabili, come ipertensione, fumo, colesterolo elevato, diabete e obesità, influenzano significativamente la gestione clinica dei pazienti. Attraverso lo screening e la valutazione dei valori pressori, del colesterolo LDL e della glicemia, insieme alle informazioni sull'abitudine al fumo, è possibile calcolare la probabilità di eventi futuri come infarto del miocardio e ictus mediante carte del rischio cardiovascolare.
Sintomi, diagnosi e trattamento iniziale
I sintomi tipici di un'ischemia miocardica includono dolore al petto, sudorazione fredda e sensazione di nausea. La diagnosi precoce è fondamentale e può essere confermata tramite esami come l'ECG e il test da sforzo. In caso di dubbi, si possono eseguire test di secondo livello, come l'eco-sforzo, per valutare il movimento delle pareti cardiache.
La TAC coronarica può essere utile per lo studio delle arterie coronarie in pazienti con probabilità bassa di malattia coronarica.
Gestione dell'infarto del miocardio
L'infarto del miocardio richiede un intervento tempestivo per ripristinare il flusso sanguigno al cuore e ridurre i danni al tessuto cardiaco. La terapia di elezione è la rivascolarizzazione coronarica tramite angioplastica e, se necessario, l'impianto di uno stent. Il tempo trascorso dall'inizio dei sintomi al trattamento è cruciale per migliorare le prognosi a lungo termine.
Valutazione con moderne tecnologie diagnostiche
Tecniche come la misurazione della riserva funzionale di flusso, l'ecografia intracoronaica e lo studio del microcircolo coronarico consentono una valutazione accurata della cardiopatia ischemica. Queste tecnologie aiutano a determinare la gravità della stenosi coronarica e a pianificare il trattamento più adeguato a ciascun paziente, migliorando così la qualità della vita e riducendo il rischio di complicanze cardiovascolari.