Trattamenti per il piede piatto

Trattamenti per il piede piatto

Editato da: Alice Cattelan il 13/04/2023

Non tutti i piedi piatti necessitano una correzione chirurgica, ma bisogna valutare il tipo di trattamento da eseguire. Ne parliamo in questo articolo con il Dott. Alessio Bosco, specialista in Ortopedia e Traumatologia

In quali casi non è necessaria la correzione chirurgica?

La correzione chirurgica non deve venire effettuata per tutte le tipologie di piedi piatti, ma solo in quei casi in cui si associa la valgopronazione del retropiede, che determina una variazione dell’asse di carico a livello del piede e la conseguente possibilità di problematiche in età adulta;

Nei piedi piatti con retropiede in asse viene sconsigliato l’intervento, in quanto il piattismo risulta in questo caso un semplice dismorfismo di tipo quasi esclusivamente estetico.

In rari casi il piede piatto valgopronato non è dovuto ad una mancata formazione della volta plantare, ma ad un difetto osseo dovuto alla comparsa di un ponte fibroso o osseo tra due ossa del piede. Questa condizione si chiama sinostosi (astragalo- calcneare, astragalo-scafoidea etc.). In questi casi l’intervento chirurgico standard non produce buoni risultati e può essere altresì dannoso. Solo un attento esame clinico ed un eventuale approfondimento strumentale possono riconoscere tale condizione.

Quali tipologie di trattamenti esistono?

Il trattamento del piede piatto varia in base all’età del bambino, per cui non è necessario alcun provvedimento fino i 3 anni di vita, essendo questo un piede piatto fisiologico.
Successivamente dopo i 3 anni di vita, in presenza di un piede piatto bisogna intraprendere un trattamento che inizialmente sarà di tipo conservativo, con l’ausilio di plantari e ginnastica propriocettiva fino ad arrivare agli 8-9 anni di vita. Dopo gli 8-9 anni d’età, qualora non ci siano stati miglioramenti con il trattamento conservativo, si può considerare un trattamento di tipo chirurgico.

In cosa consiste il trattamento conservativo?

Il plantare è una ortesi che si posiziona all’interno della calzatura per conferire una correzione meccanica al piede durante la deambulazione, ed è consigliato dai 3 anni ai 6-8 anni di vita: oltre a questa età il piede del bambino sviluppa una strutturazione ossea che vanifica l’azione correttiva del plantare sul piede. Dopo i 7-8 anni l’uso del plantare ha un significato prevalentemente palliativo per lenire l’eventuale sintomatologia dolorosa.

Esistono diverse tipologie e materiali di plantare. La scelta della tipologia del plantare e del materiale viene effettuata dall’ortopedico pediatrico a seconda delle caratteristiche del piede del bambino. Il plantare può essere inserito in una calzatura del commercio: è ormai opinione consolidata che per una buona maturazione muscolare e ossea del piede siano necessarie calzature morbide e flessibili e, a differenza di quanto fatto fino a qualche decennio fa, è sconsigliata una calzatura di tipo ortopedico.

Quando è indicata la correzione chirurgica?

Se il trattamento ortesico e gli esercizi di rinforzo muscolare non hanno portato un miglioramento del quadro clinico, è indicata una correzione chirurgica dopo i 9 anni d’età.
Il trattamento è consigliato in quanto il piede piatto valgopronato può comportare conseguenze in età adulta a causa dello scorretto asse di carico del piede e della sorretta postura globale secondaria.
Un intervento chirurgico di minima nell’ultima fase di crescita del piede (tra i 9 e i 14 anni) può pertanto prevenire la necessità di interventi maggiori in età adulta.

L’intervento chirurgico consiste nell’inserimento di una vite a livello del seno del tarso “calcagnostop”. La vite ha due funzioni:

  • Funzione meccanica: crea un blocco tra le ossa dell’astragalo e del calcagno in maniera che non avvenga la caduta patologica che determina la valgopronazione e il piattismo del piede.
  • Azione di stimolo: la vite determina un’azione di stimolo di tutta la muscolatura del piede e della caviglia e in particolare di quei muscoli deputati al corretto allineamento del piede.

La vite viene rimossa dopo circa 2 anni e la correzione del piede permane grazie alla memorizzazione della corretta postura e al nuovo programma motorio instauratosi.

Ortopedia e Traumatologia a Taranto