Vene varicose: non solo estetica!

Vene varicose: non solo estetica!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 18/09/2023

Le vene varicose sono tra le patologie più comuni non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Erroneamente si vedono le vene varicose come una malattia al femminile, in realtà l’incidenza è del 10-33% nelle donne e 10-22% nella popolazione maschile. In questo articolo vediamo assieme al Dott. Alberto Previato Schiesari, esperto in Chirurgia Vascolare, cosa sono e come trattarle

Vene varicose: definiamole!

Le vene varicose sono vasi che si trovano negli arti inferiori e che si rendono evidenti perché superficiali e di calibro aumentato. Le vene interessate sono prevalentemente la grande safena e le sue collaterali che decorrono dal malleolo mediale fino all’inguine lungo l’interno della gamba e della coscia, ma possono insorgere anche antero-lateralmente nella coscia o postero-lateralmente nel polpaccio.

Si manifestano prevalentemente nel sesso femminile (4:1) dal quale sono mal tollerate soprattutto per un problema estetico. In realtà sono una patologia benigna che diventa più impegnativa da curare solo nel momento in cui insorgono complicazioni che vanno dalla semplice infiammazione (flebite), alla trombosi (tromboflebite) fino alla lesione della pelle (ulcera varicosa).

Come si manifestano?

Il meccanismo patogenetico consiste in un’iniziale sfiancamento della parete che determina un’incontinenza valvolare a seguito della quale si verifica una stasi sanguigna. La vena così si dilata ulteriormente, aumenta progressivamente di calibro e si rende evidente. Il sangue contenuto nelle vene ha fisiologicamente un andamento centripeto (cioè dalla periferia verso il centro – il cuore) e quindi deve vincere la forza di gravità. Quando le valvole presenti all’interno delle vene diventano incompetenti e perdono la loro capacità di impedire il reflusso sanguigno insorge la cosiddetta insufficienza venosa, cioè la perdita da parte di alcune vene di adempiere alla loro funzione che è quella di veicolare il sangue verso il cuore.

I disturbi iniziali consistono in un lieve gonfiore che si accentua alla sera con senso di peso e stanchezza. L’entità dei sintomi può aumentare progressivamente e in seguito compaiono prurito, crampi notturni e dolori alle gambe, colorazione violacea della pelle (cianosi) fino alla sua pigmentazione, quando la stasi è diventata cronica, e poi alla perdita dell’integrità (ulcerazione).

La causa delle vene varicose è di natura genetica e si trasmette nell’ambito famigliare.

Prevenire è possibile!

Come per tante altre patologie la prevenzione è importantissima e consiste essenzialmente nel praticare un’attività motoria quotidiana (basta anche solo camminare!) e nel mantenere un adeguato peso corporeo.

Quando compaiono i primi sintomi il provvedimento più efficace è indossare una calza elastica al mattino e mantenerla fino alla sera. Si previene così l’insorgenza delle complicanze.

…ma anche curare!

La terapia medica è a base di sostanze che hanno un’azione “flebotonica” per aiutare la vena a mantenere una certa elasticità. La loro efficacia però è provata solo nelle fasi iniziali della malattia. Il ricorso a provvedimenti cruenti si rende necessario nelle fasi più avanzate della malattia (comparsa di ulcere) oppure quando i sintomi son mal controllabili e l’elastocompressione non viene più tollerata. Il sesso femminile tuttavia richiede spesso un trattamento più precoce a fini estetici.

Nell’ultimo ventennio si sono affinate nuove tecniche terapeutiche sempre più efficaci e meno invasive. Attualmente il ruolo della terapia chirurgica (stripping della vena grande safena, flebectomia) è riservato a casi selezionati e il trattamento di prima scelta è la termoablazione della vena grande safena mediante laser o radiofrequenza. La scleroterapia, storica alternativa alla chirurgia, si avvale ora dell’ausilio dell’ecografo e dell’infusione di schiume che consentono un trattamento più mirato (ecosclerosi). Va inoltre citato il recente utilizzo di colle che sembrano promettere un’alta efficacia e una notevole facilità di utilizzo.

Va comunque sottolineato che una terapia è tanto più corretta quanto più applicata ad ogni singolo caso specifico e che sempre più frequentemente è di tipo ibrido (utilizzo di diversi procedimenti in contemporanea o in sequenza). Solo un chirurgo vascolare/flebologo esperto, che conosce ed è in grado di utilizzare tutte le diverse tecniche attualmente a disposizione, può scegliere volta per volta la strategia terapeutica più adeguata e il timing di intervento più efficace.              

Chirurgia vascolare a Padova