Che cos’è l’Istiocitosi?
Esistono tre classi di istiocitosi:
- Iª classe: istiocitosi a cellule di Langerhans.
- IIª classe: le sindromi emofagocitiche.
- IIIª classe: istiocitosi maligna.
La istiocitosi a cellule di Langerhans è una patologia dovuta alla proliferazione monoclonale ed aberrante di cellule dentritiche, chiamate cellule di Langerhans, e può avere una manifestazione clinica che varia da una lesione locale auto- limitante a una forma disseminata multisistemica, rapidamente progressiva con scarsa prognosi. L'istiocitosi a cellule di Langerhans (LCH) è una rara neoplasia mieloide infiammatoria, con un'incidenza compresa tra 2,6 e 8,9 casi per milione nei bambini di età inferiore ai 15 anni con un'età media di diagnosi di circa 3 anni.
La forma familiare della malattia, la Linfoistiocitosi Emofagocitica Familiare, è una patologia autosomica recessiva a esordio solitamente molto precoce, con una frequenza stimata di circa 1:50.000. Ad oggi sono stati identificati 5 loci corrispondenti a 5 tipi clinici di Linfoistiocitosi Emofagocitica Familiare: il locus 9q21.3–22 mappato in un gruppo di 4 famiglie pakistane consanguinee, il cui gene non è stato identificato, e i loci corrispondenti a geni che codificano per proteine espresse dalle cellule NK e CD8: PRF1, UNC13D UNC18De STX11.
La forma secondaria riconosce cause infettive, autoimmuni e neoplastiche
La IIIª classe è appannaggio delle forme neoplastiche delle cellule istiocitarie.
Sintomi dell’Istiocitosi
La Sindrome emofagocitica e una sindrome caratterizzata da febbre persistente, epatosplenomegalia e citopenia.
Quali sono le cause dell’Istiocitosi?
La malattia si sviluppa in quanto i linfociti T proliferano in maniera aberrante, trascinando nella iperattivazione i macrofagi; questi ultimi aumentano la frequenza della fisiologica attività di fagocitosi delle cellule ematiche, determinando come conseguenza l’“emofagocitosi”.
La LCH è caratterizzata da infiltrazione clonale patologica di cellule dendritiche CD1a+/CD207+, che vanno da una condizione locale autolimitante a una malattia multisistemica rapidamente progressiva, con prognosi infausta.
Prognosi della malattia
I pazienti con LCH localizzata di solito hanno un'eccellente sopravvivenza libera da eventi (EFS) e sopravvivenza globale (OS) dell'80,6% e del 100%, rispettivamente, mentre la malattia multisistemica (SM) è classificata in base alla presenza di coinvolgimento di organi a rischio (RO), incluso il sistema ematopoietico, milza e/o fegato.
I pazienti che presentano una forma a basso rischio con il trattamento standard raggiungono tassi di OS e EFS a 10 anni, rispettivamente del 49% e del 79%. Diversi studi hanno dimostrato che l'OS è significativamente inferiore tra pazienti di età inferiore ai 2 anni, che mostrano frequentemente un RO coinvolgimento, marcatori infiammatori elevati e resistenza a regimi terapeutici standard.
Grazie ai progressi della genetica molecolare negli ultimi 10 anni, oggi è possibile l’identificazione genetica delle diverse forme di sindrome emofagocitica su base familiare, che permette di offrire al clinico e alla famiglia una conferma alla diagnosi clinica e una consulenza genetica con implicazioni rilevanti anche dal punto di vista terapeutico.
Diagnosi per l’Istiocitosi
La diagnosi si basa su preparati bioptici di midollo osseo oppure tessuto osseo.
Trattamenti per l’Istiocitosi
Il trattamento con prednisone e vinblastina, secondo LCH IV Protocollo, rappresenta lo standard per le forme a basso rischio, mentre la LCH refrattaria è di solito trattata con chemioterapia di seconda linea altamente tossica (incluso citarabina e vincristina o cladribina) o trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT). Secondo recenti scoperte molecolari, una terapia mirata è proposta in pazienti pediatrici ad alto rischio, in particolare con RO pattern, che falliscono la terapia standard o sperimentano più ricadute.
Ci sono poi farmaci per l'istiocitosi, quali: prednisone, vinblastina, aracitina, clabribina , trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
A quale specialista rivolgersi?
In caso di istiocitosi è necessario rivolgersi a un Ematologo pediatrico.