THIN Prep

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La redazione di Top Doctors

Che cos’è il THIN Prep? 

Il THIN Prep, ovvero il Pap Test in fase liquida, è un esame citologico che, oltre a controllare la presenza di possibili infezioni di tipo micotico, batterico o virale, serve per individuare possibili cellule alterate della cervice e del collo dell’utero.

In cosa consiste?

Il THIN Prep è un’evoluzione del tradizionale Pap Test: il ginecologo, una volta prelevato il tessuto dal collo dell’utero, introduce le cellule in una soluzione contenuta in una fiala che verrà in seguito inviata ad un laboratorio e analizzata. La differenza con il tradizionale Pap Test è che con il THIN Prep le cellule prelevate sono un campione rappresentativo privo di materiale quali sangue, muco o detriti non diagnostici, che possono interferire nell’analisi delle cellule stesse. Inoltre, le cellule rimanenti non utilizzate nell’analisi vengono conservate in modo che se verranno richiesti test addizionali, la paziente non dovrà sottoporsi ad un secondo prelievo.

Perché si realizza?

Il THIN Prep è un test di screening per prevenire e diagnosticare il cancro del collo uterino. Alle donne tra i 25 e i 64 anni è consigliato sottoporvisi ogni 3 anni, cosicché l’eventuale presenza di cellule alterate possa essere diagnosticata in tempo, permettendo inoltre di intraprendere misure che impediscano l’insorgere del tumore. Grazie a questo esame (e al Pap Test tradizionale), l’incidenza del tumore alla cervice uterina si è ridotto drasticamente.

Il THIN Prep è doloroso?

Il Pap Test in fase liquida è un esame semplice, veloce e indolore: le pazienti che vi si sottopongono provano solo un leggero fastidio nel momento in cui il ginecologo preleva con una spatolina le cellule della mucosa del collo dell’utero.

Quali sono i vantaggi rispetto al Pap Test tradizionale?

Il THIN Prep è un’evoluzione del Pap Test tradizionale e presenta numerosi vantaggi, tra cui:

  • Trasferimento di un numero maggiore di cellule prelevate;
  • Incremento del numero di lesioni del collo dell’utero riconosciute;
  • Riduzione di campioni citologici non utilizzabili o non soddisfacenti per la presenza di frammenti cellulari, muco o sangue;
  • Riproducibilità del risultato;
  • Diminuzione di casi di diagnosi incerta;
  • Utilizzo delle cellule residue per altri test molecolari.