Affrontare ansia, angoscia e panico

Pubblicato il: 19/02/2024 Editato da: Veronica Renzi il 19/02/2024

In tempi recenti, il dibattito su ansia, angoscia e panico è sempre più presente. Tuttavia, è cruciale comprendere che questi elementi hanno da sempre composto una vasta gamma di psicopatologie, inclusi disturbi psicosomatici e manifestazioni legate all'ipocondria, dove la convinzione di essere malati può contribuire all'insorgere di malattie effettive. Esaminiamo più da vicino con il Dott. Giovanni Callegari, esperto in Psicologia, gli attacchi d'ansia, d'angoscia e di panico, esplorando il ruolo centrale del pensiero in questi stati emotivi

L'origine del malessere

L'uso del termine "attacco" richiede una riflessione iniziale. Chi o cosa sta attaccando? La fonte del malessere non è esterna, bensì interna al soggetto. Il pensiero assume il ruolo di aggressore, instigando sentimenti di ansia, angoscia e panico. Attraverso il sistema nervoso autonomo, il pensiero trasmette lo stato emotivo al corpo, influenzando funzioni involontarie come la respirazione e il battito cardiaco.

Ansia: anticipare il fallimento

L'ansia si manifesta quando anticipiamo un esito negativo a eventi imminenti. Immaginiamo il fallimento in esami, lavori o incontri, trasmettendo questo stato emotivo agli organi interni. Fortunatamente, l'ansia conserva un margine di approssimazione, diluendo il malessere nel tempo che ci separa dall'evento. L'"ansia anticipatoria" ci porta a immaginare un fallimento futuro, spingendoci a studiare scuse o riparazioni, ancor prima che l'evento si verifichi.

Angoscia: peso sullo stomaco e sui polmoni

L'angoscia, più pesante e opprimente, crea una sensazione di incapacità e di pericolo imminente. Il pensiero dominante è: "Cosa sta per succedermi di male?". Questo stato affettivo si estende fisicamente, rallentando la giornata e generando una costante ricerca di sollievo attraverso cambiamenti di posizione. L'angoscia impedisce di sentirsi a proprio agio in qualsiasi ambiente, generando un costante senso di dramma imminente.

Panico: l'attacco più feroce

L'attacco di panico è il più intenso, con il pensiero categorico che annuncia la morte imminente. Trasmettendo questo pensiero all'organismo, si attivano sintomi incontrollabili come tachicardia, respiro affannoso e tremori. In questa fase, la ragione perde il controllo, e il soggetto si abbandona alle cure mediche per affrontare la sensazione di morte imminente.

Differenze nei tipi di attacco

Le differenze tra ansia, angoscia e panico emergono dai pensieri sottostanti. Il pensiero conoscitivo, il pensiero pratico, il pensiero mnemonico e il pensiero critico giocano un ruolo distintivo nei diversi stati emotivi. L'ansia si sviluppa quando anticipiamo negatività, supportata da pensiero conoscitivo e mnemonico. L'angoscia deriva da un pensiero conoscitivo accompagnato dal blocco del pensiero critico, impedendo qualsiasi azione. Il panico, invece, si basa su un pensiero conoscitivo che si avvale del pensiero pratico, generando una paralisi totale.

Il ruolo della psicoanalisi

Affrontare questi stati dolorosi richiede un approccio olistico. La psicoanalisi emerge come strumento prezioso, poiché mira a sbloccare l'attività deleteria del pensiero. Attraverso la libera associazione, il soggetto può riattivare le funzioni principali del pensiero, ripristinando la sovranità del proprio essere. La libera associazione consente di superare le fissazioni del pensiero, aprendo la strada a una possibile guarigione.

Un viaggio nell'autonomia del pensiero

Ansia, angoscia e panico sono manifestazioni complesse legate all'attività del pensiero. Comprendere l'origine interna di questi attacchi è il primo passo per affrontarli in modo efficace. La psicoanalisi offre un approccio che mette al centro la consapevolezza e la gestione del pensiero, promuovendo la ricerca dell'autonomia nel processo di guarigione. Affrontare il malessere richiede un viaggio profondo nell'interno di sé stessi, utilizzando gli strumenti della psicoanalisi per ristabilire l'equilibrio mentale ed emotivo.

Psicologia a Villafranca d'Asti

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