Angioplastica: come ristabilire un corretto flusso sanguigno

Pubblicato il: 14/06/2022 Editato da: Monica Fato il 24/08/2023

L’angioplastica o angioplastica percutanea è un intervento terapeutico che si effettua prettamente per la coronaropatia e per la cardiopatia ischemica. Questo intervento mira a ristabilire un corretto flusso sanguigno verso l’organo. Grazie al Dott. Bernardo Cortese, Cardiologo a Milano, scopriamo come si esegue l’angioplastica e quali sono i tempi di recupero

Cos’è l’angioplastica o angioplastica percutanea?

Si tratta dell’intervento terapeutico più praticato per la “coronaropatia” o “cardiopatia ischemica”. Attraverso il polso, in anestesia locale, si inserisce un micro-catetere attraverso il quale è possibile dilatare i restringimenti delle arterie coronariche o periferiche. L’alternativa è il bypass aorto-coronarico, che in genere viene riservato ai casi con malattia più severa, in base all’expertise del centro.

Quanti tipi di angioplastica esistono?

Teoricamente, tutte le arterie ristrette possono essere trattate: quelle del cuore, delle gambe, dei reni o quelle che portano il sangue al cervello (a. carotidi). Sarà scelta del Cardiologo Interventista, anche in base al suo expertise, se impiantare protesi (stent) o utilizzare tecniche più innovative e meno invasive come il “pallone medicato”.

A cosa serve l’angioplastica?

Dilatando l’arteria, si ristabilisce un corretto flusso all’organo, che sino ad allora soffriva di “ischemia” perché il sangue ridotto non era in grado di fornirgli una giusta quantità di nutrimenti. Sintomi o malattie cardiovascolari conseguenti sono l’angina pectoris, l’infarto del miocardio, l’ictus o la “claudicatio intermittens”.

In quali casi è indicato questo trattamento?

Ogniqualvolta il paziente abbia sintomi invalidanti o sia a rischio di infarto o di ictus.

 

A sx coronaria destra totalmente occlusa; a dx risultato dopo l'impiego di pallone medicato, senza impianto di protesi (stent).

Come si esegue l’angioplastica?

Durante ricovero (in genere 1-2 giorni) il paziente effettua esami preliminari, quindi viene portato in Sala di Emodinamica, dove viene sottoposto all’intervento, da sveglio ma con tutti i farmaci sedativi o antidolorifici eventualmente necessari per metterlo a suo agio.

Quali sono i tempi di recupero post-intervento?

Il paziente viene di norma dimesso il giorno stesso o quello seguente all’intervento. Non ci sono consigli particolari, se non quelli derivati dal buon senso, ovvero di condurre una vita di parziale riposo per alcuni giorni. Dopo, potrà tornare alla vita di sempre.

Cardiologia a Milano

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