Chirurgia radioguidata di tumori neuroendocrini

Pubblicato il: 03/10/2023 Editato da: Serena Silvia Ponso il 03/10/2023

I tumori neuroendocrini nascono da aggregati di cellule endocrine che si trovano in diversi organi, di solito pancreas, polmoni o stomaco. Si tratta di tumori piuttosto rari, ma la chirurgia radioguidata può fare la differenza nei soggetti che ne sono affetti. Ce ne parla il Dott. Emilio Bertani, esperto in Chirurgia Generale

In cosa consiste la Chirurgia radioguidata (CRG) e quali sono i vantaggi di questa tecnica nel trattamento dei tumori neuroendocrini rispetto ad altre opzioni di trattamento?

La chirurgia radioguidata può essere considerata una chirurgia di alta precisione, in quanto consente di individuare con grande accuratezza, attraverso un tracciante radioattivo, piccoli depositi tumorali o linfonodi patologici che potrebbero non essere visti e quindi non asportati durante l’intervento chirurgico tradizionale.

Inoltre, può rendere l’intervento più conservativo, in quanto può evitare l’asportazione di linfonodi non interessati dalla malattia. In questo senso si può parlare di chirurgia mirata “cancro specifica”.

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Come avviene questo intervento chirurgico e quali strumenti e sostanze radioattive vengono utilizzati?

L’intervento chirurgico avviene come di consueto con una tecnica mininvasiva o ad addome aperto quando indicato. Al momento dell’intervento viene iniettata una piccola dose di sostanza radioattiva (Gallio-68), che è la stessa utilizzata nella diagnostica PET, che si andrà a localizzare nel tumore primario e nei linfonodi patologici, dove emette dei β-positroni che verranno rilevati dalla sonda, dando così indicazione su ciò che deve essere asportato per arrivare a una chirurgia il più possibile radicale, riducendo la percentuale di recidiva tumorale nel corso del tempo.

Quali sono le condizioni o i tipi di tumori neuroendocrini per cui la CRG è particolarmente efficace?

La condizione necessaria è che il tumore neuroendocrino esprima i recettori della somatostatina e che sia positivo alla PET con Gallio-68 preoperatoria. Ciò avviene nella quasi totalità dei tumori neuroendocrini.

Quali sono i criteri di selezione dei pazienti per la CRG? Chi è un candidato ideale per questa procedura?

Come ho già detto è sufficiente che il paziente abbia eseguito una PET con Gallio-68, e che tale esame esprima positività per i recettori della somatostatina. La PET con Gallio-68 rientra nel comune work-up diagnostico per i tumori neuroendocrini insieme alla tomografia computerizzata (TC).

Quali sono i rischi o le complicazioni associate alla CRG e come vengono gestiti?

Dal punto di vista di esposizione a radiazioni non vi sono particolari rischi, in quanto la dose iniettata durante l’intervento è circa la metà di quella utilizzata per la PET. Per il resto la procedura non presenta rischi operatori aggiuntivi rispetto a quelli che si osservano comunemente nella chirurgia dei tumori neuroendocrini. È importante tuttavia sottolineare che la chirurgia radioguidata, pur essendo una procedura riproducibile, al momento richiede una certa esperienza da parte dell’operatore e non è applicabile in tutti i centri.

 

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Chirurgia Generale a Milano

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