Diagnosi e gestione della Sindrome di Brugada
La diagnosi della Sindrome di Brugada spesso si basa sull'elettrocardiogramma (ECG). I pazienti presentano alterazioni localizzate nella superficie esterna dell'infundibolo del ventricolo destro, identificabili tramite elettrodi posizionati strategicamente. Tuttavia, il tipo di pattern registrato svolge un ruolo cruciale nella diagnosi, con il Tipo 1 come indicatore definitivo della sindrome. Approfondiamo l’argomento in questo articolo con il Dott. Stefano Grossi, specialista in Cardiologia a Torino
Rischio aritmico
Il rischio di eventi aritmici nei pazienti varia notevolmente. La presenza di batticuore improvviso, vertigini e la sincope sono segnali di possibile rischio. La familiarità per la morte improvvisa in parenti di primo grado aumenta significativamente il rischio. La valutazione del rischio, basata su vari elementi come l'ECG, la presenza di fibrillazione atriale e altri, guida il medico nella scelta del trattamento.
Cura e Gestione
La gestione della sindrome può variare in base al rischio individuale. Nei casi a basso rischio, una modifica dello stile di vita, evitando farmaci specifici e sostanze stupefacenti, può essere sufficiente. Tuttavia, nei casi ad alto rischio, l'impianto di un defibrillatore può essere raccomandato per prevenire eventi aritmici gravi. L'uso della chinidina o, in alcuni casi, l'ablazione transcatetere può essere considerato come alternativa.
Prospettive future
L'evoluzione delle opzioni di trattamento, inclusa l'ablazione che dimostra efficacia nel ridurre il rischio aritmico, apre la strada a prospettive innovative. Mentre il defibrillatore rimane essenziale per i pazienti ad alto rischio, la ricerca continua potrebbe portare a nuove considerazioni nel trattamento della Sindrome di Brugada, assicurando un approccio personalizzato per ogni paziente.