Diastasi addominale: di che si tratta?

Diastasi addominale: di che si tratta?

Editato da: Laura Vitali il 13/02/2024

Hai mai sentito parlare di diastasi addominale? Si tratta dell'eccessivo allungamento dei muscoli retti dell'addome. Ne abbiamo parlato con il Dottor Giovanni Bellanova, chirurgo generale

La diastasi addominale: una definizione tecnica

Per diastasi addominale si intende l’eccessivo allargamento dei muscoli retti dell’addome, due muscoli che rappresentano la parte centrale e principale della parete addominale anteriore, che serve a proteggere e contenere gli organi endoaddominali. Normalmente queste due strutture sono unite al centro dalla linea alba, una piccola striscia di fascia estremamente resistente, che in caso della diastasi può diventare larghi diversi centimetri. In base a questo aspetto, la diastasi viene classificata come di grado lieve (sotto ai 3 cm), di grado moderato (tra i 3 e i 5cm), di grado severo (sopra ai 5 cm).

Le cause e i fattori scatenanti

Le cause principali sono l’aumento di peso, l’obesità, la lassità muscolare e i dimagrimenti importanti dopo chirurgia bariatrica.

Nella donna, il fenomeno è maggiormente diffuso dopo la gravidanza, in circa il 30% dei casi. Essa è causata, oltre che dall’aumento di volume e la dilatazione della muscolatura addominale, anche dalle varie modifiche ormonali presenti nei nove mesi di gravidanza e nel successivo puerperio e, la diastasi (fisiologica nei 12 mesi successivi al parto), spesso non si risolve nel post partum.

I sintomi della diastasi

Esteticamente si manifesta con la persistenza o la comparsa di una distensione addominale, soprattutto sulla linea mediana, molte volte associata a comparsa di ernie ombelicali o epigastriche.

I disturbi principali sono spesso funzionali con importanti ripercussioni sulla qualità di vita fisica e sociale.I sintomi funzionali sono rappresentati da:

  • Gonfiore addominale post prandiale
  • Dispepsia (difficoltà a digerire)
  • Lombalgia causata dalla mancata azione della muscolatura anteriore dell’addome che è coinvolta nella postura e soprattutto nel coadiuvare i muscoli della parete toracica nella normale respirazione.
  • A questi sintomi aspecifici, ma assai frequenti, si può associare la presenza di incontinenza urinaria (con perdite urinarie moderate / severi a seconda della estensione della diastasi) e più raramente disturbi dell’alvo.

Come si arriva alla diagnosi

La diagnosi è inizialmente clinica e necessita di una visita specialistica. Si va dal medico specialista (chirurgo generale esperto di parete addominale) quando si evidenzia la presenza di tumefazione addominale sulla linea mediana.

Dopo la valutazione clinica gli esami di scelta sono rappresentati da un’ecografia addominale (muscolare-tessuti molli) seguita da una TC senza mezzo di contrasto che deve eseguirsi “per studio dinamico della parete addominale” ossia a riposo e durante la manovra di ponza mento, ed infine, in alcuni casi, dalla Risonanza Magnetica Nucleare.

Opzioni di trattamento: come curarsi

Il trattamento della diastasi è essenzialmente chirurgico e consiste nel riavvicinamento dei muscoli retti addominali che vengono riallineanti sulla linea mediana.Ad eseguirlo deve essere un chirurgo esperto di chirurgia di parete. Gli interventi chirurgici a disposizione sono rappresentati da:

  • quelli con tecnica tradizionale che consiste del fare una sutura a doppio petto della fascia muscolare associata o mento ad una plastica con protesi
  • quelli con tecnica mininvasiva, ossia con tecnica laparoscopica.

Sono diverse le soluzioni, ma al momento due sono quelle che stanno avendo maggiore diffusione, la tecnica extraperitoneale (THT), e la tecnica intraperitoneale definita MISAR che consente con tre accessi da meno di un cm di riavvicinare la fascia muscolare posteriore, fare una plastica laparoscopica del difetto dei muscoli e posizionare una protesi nel piano retro muscolare.

La scelta della protesi giusta deve considerare, oltre che le caratteristiche dimensionali del difetto e quelle del singolo individuo, anche l’età dei pazienti e soprattutto, nelle donne in età fertile, la possibilità di garantire una seconda gravidanza (impiegando, in questo caso, protesi biosintetiche a lento riassorbimento). Tra le considerazioni da fare è che viene confusa l’addominoplastica che viene fatta in caso di eccesso di cute con la riparazione muscolare, spesso viene proposta insieme. È necessario rivolgersi, per questo trattamento, a persone esperte.

E il post-operatorio?

Il decorso post-operatorio abitualmente richiede due o tre giorni di degenza ed i criteri di dimissione devono tenere conto del controllo del dolore e la comparsa di eventuali complicanze come la presenza, rara, di ematomi di parete.

In caso di chirurgia mininvasiva non sono presenti drenaggi e le ferite sono piccole. In ogni modo, è importante stare a riposo ed indossare la panciera a doppio petto con strap (ce ne sono dedicate), per almeno un mese. È altresì importante che la ripresa dell’attività fisica sia progressiva e che avvenga sotto controllo dello specialista, che dovrà fare controlli clinici ed ecografici, costanti nell’immediato post operatorio.

Chirurgia Generale a Francavilla Fontana