Ti è mai capitato dopo qualche pasto pesante di sentire un’alterazione del ritmo cardiaco? Ebbene sì, la digestione può essere la causa di qualche piccola aritmia. Non preoccuparti però: è passeggera! Approfondiamo l’argomento con il Dott. Saverio Iacopino, esperto in Cardiologia.
Definiamo tachicardia
Per tachicardia si intende un’accelerazione del battito cardiaco, per convenzione sopra i 100 battiti al minuto. Non tutte le tachicardie sono patologiche, per esempio è normale che il battito salga durante lo sforzo. Altre tachicardie invece sono anomale e possono essere dovute talora a semplici anomalie elettriche cardiache, ancora fondamentalmente benigne, altre volte a vere patologie cardiache più complesse.
Come riconoscere la tachicardia
Le tachicardie nel loro complesso possono avere sintomi molto variabili, dipende dalla causa, dalla frequenza che raggiungono e da eventuali anomalie cardiache concomitanti. Si può andare dall’assenza di sintomi, alla sensazione di battito accelerato, a una sensazione di affanno e fame d’aria, fino ad arrivare alla perdita di coscienza nelle aritmie molto rapide. Le aritmie che insorgono in risposta alla digestione tuttavia sono solitamente poco rapide e non danno sintomi così rilevanti.
La tachicardia da digestione
Il processo digestivo richiama sangue all’intestino e richiede un aumento del lavoro cardiaco, analogamente a uno sforzo fisico leggero o moderato in caso di pasti molto abbondanti.
Si tratta pertanto abitualmente di una risposta fisiologica, cioè normale. Esiste anche il caso di extrasistoli che possono insorgere più facilmente dopo il pasto, soprattutto da sdraiati, nei pazienti che soffrono di ernia iatale e/o reflusso esofageo: ciò è dovuto alla contiguità di esofago e atrio sinistro (una camera cardiaca). Da ricordare che il reflusso potrebbe dare anche una sintomatologia associata di dolore toracico simile a quella dell’angina ovvero dell’infarto miocardico (sintomo comunque da non sottovalutare).
Prevenire la tachicardia da digestione
Trattandosi di una risposta fisiologica dell’organismo, di per sé non è necessario nessun vero trattamento ma piuttosto una rimodulazione comportamentale optando per pasti non troppo abbondanti o indigesti e optare per un’alimentazione più leggera, soprattutto la sera.
Tuttavia, se gli episodi fossero molto frequenti o particolarmente disturbanti o associati ad altri sintomi, potrebbe nascere il sospetto di una cardiopatia sottostante o una tachicardia anomala per cui potrebbe essere indicata una visita cardiologica.