Disordini Cranio Mandibolari: come avviene la diagnosi?

Disordini Cranio Mandibolari: come avviene la diagnosi?

Editato da: Marta Buonomano il 20/03/2023

Cosa sono i disordini cranio-mandibolari e perché vengono spesso confusi con altre patologie? Ce lo spiega il nostro esperto in Chirurgia Maxillo-Facciale a Napoli, il Dott. Riccardo Cassese

Cosa sono i disordini cranio-mandibolari?

I disordini cranio-mandibolari (DCM) rappresentano delle condizioni cliniche dovute a molteplici cause che affliggono il sistema stomatognatico, i muscoli masticatori, l'articolazione temporo-mandibolare (ATM) e le strutture ad essa associate. Sono condizioni patologiche estremamente diffuse che solo raramente si complicano richiedendo l’intervento dello specialista. Il sesso femminile è più colpito di quello maschile e l’età di maggior prevalenza è tra i 20 ed i 40 anni.

Uomo che si tocca la mascella dolorante

Quali sono i sintomi dei disordini cranio-mandibolari?

Si tratta di condizioni cliniche caratterizzate da uno dei seguenti “sintomi guida diagnostici” o specifici:

  • Dolore che interessa i muscoli masticatori (temporali, masseteri, pterigoidei ecc.);
  • Alterazione della funzione mandibolare (ridotta apertura, deviazione, ecc.);
  • Rumori articolari (scrosci, click, crepitii).

Questi sintomi possono accompagnarsi a sintomi secondari quali:

  • Dolore nevralgico in sede trigeminale (nevralgia del trigemino secondaria);
  • Cefalea (miotensiva);
  • Vertigini;
  • Ipoacusia / acufeni o senso di ottundimento all’orecchio;
  • Cervico-brachialgia.

La complessità della sintomatologia è caratteristica di questi disturbi e l’inquadramento diagnostico si giova di una collaborazione multidisciplinare. Non di rado il paziente giunge all’osservazione avvilito dal dolore e sfiduciato da infruttuose visite specialistiche.

 

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Perché i sintomi dei disordini cranio-mandibolari vengono spesso confusi?

“Ho 22 anni, sono qui perché a causa del mio problema è un anno e mezzo che non riesco più a studiare. Questo mal di testa, il dolore all’orecchio...una nevralgia che prende i denti, la tempia, anche la lingua...è insopportabile ed è sempre presente! Tutto è iniziato quando ho levato un dente del giudizio. Poi ho levato anche il molare vicino nella speranza di migliorare, ma niente. Anche gli antidolorifici non fanno effetto. È più di un anno che faccio visite mediche ed esami radiologici. Per i suoi colleghi sono stressato e mi hanno prescritto antidepressivi e tranquillanti, ma io vorrei solo tornare a studiare [...]”

Donna con dolore alla testa

Una delle tante storie dei miei pazienti con disordine cranio-mandibolare o DCM. Molto spesso la vaghezza dei sintomi è fuorviante e guida il paziente dallo specialista sbagliato. Una accurata anamnesi ed un esame clinico adeguato orientano la diagnosi in maniera certa verso. Tuttavia, trattandosi di patologie ad eziologia multifattoriale, l’approccio deve essere cauto e “personalizzato”. Il paziente deve essere valutato con un approccio globale, per indagare eventuali concause o problematiche organiche spesso anche lontane dalla sede nevralgica. Le abitudini di vita, l’attività lavorativa e sportiva e perfino l’alimentazione assumono il loro ruolo nella genesi dei disordini cranio-mandibolari.

Come si formula una corretta diagnosi per i disordini cranio-mandibolari ?

Un approccio completo ed etico a questa patologia non prescinde da una stretta collaborazione tra professionisti di più branche specialistiche. L’approccio terapeutico, infatti, è spesso ad ampio raggio, con terapie mirate che agiscano in maniera sinergica per favorire un rapido ritorno alla vita di relazione. La diagnosi quindi deve seguire con metodo e scrupolosità la metodologia clinica. Una accurata anamnesi, la raccolta dei dati pertinenti alla patologia orienteranno la visita clinica. L’esame obiettivo richiede una spiccata sensibilità e deve valutare:

  • La struttura maxillofacciale in toto;
  • La postura in genere ed in particolare del tratto cervicale;
  • La muscolatura del collo e del cranio;
  • I muscoli masticatori;
  • La funzionalità delle articolazioni temporomandibolari;
  • L’apparato stomatognatico;
  • Le funzionalità masticatorie, di deglutizione e di fonazione;
  • La funzione uditiva e vestibolare;
  • I trigger point muscolari;
  • La funzionalità trigeminale ed i punti di emergenza;
  • Le vie aeree superiori ed i seni mascellari.

A quali esami deve sottoporsi il paziente?

I dati preliminari e l’istinto del clinico guideranno la fase diagnostica successiva. È prudente avvalersi di consulenze specialistiche per escludere patologie organiche, la cui diagnosi può essere ritardata dalla sintomatologia vaga e fuorviante. Numerosi esami di diagnostica per immagini possono essere utili, fermo restando il criterio di efficienza:

ragazza che si tocca la guancia dolorante

  • Rx Ortopantomografia;
  • Rx Stratigrafica delle articolazioni temporomandibolari a bocca aperta e chiusa;
  • TC con beam;
  • TC massiccio facciale ed articolazioni temporomandibolari;
  • RMN delle articolazioni temporomandibolari;
  • Cine-RMN delle articolazioni temporomandibolari.

Gli esami di diagnostica per immagini possono essere affiancati da prove funzionali in grado di descrivere la funzionalità del sistema stomatognatico. Tra questi:

  • Elettromiografia dei muscoli masticatori;
  • Kinesiografia mandibolare;
  • Montaggio in articolatore dei modelli in gesso delle arcate.

Solo una raccolta completa ed accurata dei dati può orientare il clinico verso un successo terapeutico.

 

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