L’incontinenza fecale è un problema delicato che può avere un impatto negativo sulla vita delle persone, ma è più comune di quanto si pensi, in quanto colpisce il 9% della popolazione. In questo articolo il Dott. Ugo Grossi, specialista in Chirurgia Generale ed espero in Proctologia, ci illustra in cosa consiste e quali sono le opzioni di trattamento disponibili
In cosa consiste l’incontinenza fecale e quanto è diffusa?
Per incontinenza fecale si intende la perdita involontaria di feci. È una condizione che affligge il 9% della popolazione in entrambi i sessi. Tuttavia, il sesso maschile è più riluttante a rivolgersi al medico per questo problema.
Quali sono i sintomi tipici dell'incontinenza fecale?
Il paziente riferisce l’incapacità di trattenere le feci in luoghi e momenti socialmente sconvenienti. Lo spettro di gravità può variare dalla semplice sensazione di ano umido, in gergo medico ‘soiling’, fino alla perdita involontaria di abbondante materiale fecale. Molto spesso si ricorre all’uso di salvaslip o farmaci che solidificano le feci.
Quali sono le cause e i fattori di rischio dell'incontinenza fecale?
Le cause sono multifattoriali: oltre al possibile danno alla barriera muscolare costituita dal complesso sfinterico, esito di trauma da parto o chirurgia anale, è possibile riscontrare alterazioni della percezione di un’ampolla rettale più o meno piena (disordini di ipo- o ipersensibilità rettale), neuropatie, alterazioni della consistenza fecale, etc.
Quali sono i segni di avvertimento che indicano la necessità di cercare assistenza medica per l'incontinenza fecale?
Se le perdite fecali involontarie si ripetono nel tempo e non sono strettamente legate ad un alvo diarroico è senz’altro buona norma rivolgersi allo specialista.
Quali sono i principali interventi, chirurgici e non, utilizzati per trattare l'incontinenza fecale?
Sicuramente si parte da terapie di primo livello che possono ripristinare un’alterazione patologica della consistenza fecale e ricorrere ad una serie di test specialistici, quali ad esempio l’ecografia endoanale e la manometria anorettale, per determinare le cause principali alla base del sintomo incontinenza.
Ci si avvale anche di trattamenti non chirurgici, come la riabilitazione del pavimento pelvico, e chirurgici mini-invasivi, come la neuromodulazione sacrale.
Negli ultimi anni l’attenzione si è spostata sulle cellule staminali, ma si tratta ancora di oggetto di studio.