L'artroprotesi per tornare a camminare

Autore: Dott. Nicola Fredella
Pubblicato: | Aggiornato: 26/07/2023
Editor: Alice Cattelan

In base alle ultime ricerche mediche, risulta che l’artrosi colpisce sempre più persone, soprattutto donne. Tale patologia, in casi estremi, può condizionare in maniera particolarmente negativa la qualità della vita di chi ne soffre. Il Dott. Nicola Fredella, specializzato in Ortopedia e Traumatologia, spiega come l’artroprotesi rappresenti una valida soluzione chirurgica

Cos’è l’artrosi?

L’artrosi è una malattia degenerativa e progressiva dell’articolazione che, quando non è più controllabile in maniera soddisfacente con altre terapie, richiede la sostituzione della articolazione con una artroprotesi.

L'articolazione, ormai danneggiata dalla malattia e per l’usura inevitabile “tempo-dipendente”, provoca dolore e limitazione della mobilità. Il ginocchio si presenta con modifiche del normale asse (varismo o valgismo), associata spesso ad alterazioni secondarie anche dei legamenti che compromettono la stabilità dell’articolazione e la qualità della vita. Ciò porta a gonfiore e tumefazione dell’articolazione, spie della presenza di un versamento. Pertanto, risulta difficile, faticoso, e doloroso camminare, fare le scale, piegarsi, lavarsi, allacciarsi le scarpe.

È bene sapere che condizioni predisponenti come l’obesità o altre malattie di base possono avere un peso importante nella evoluzione dell'artrosi.

Cos’è una artroprotesi?

L'artroprotesi è un’articolazione interamente artificiale in grado di restituire un movimento fisiologico in assenza di dolore. I materiali utilizzati sono disegnati appositamente per sostituire l’articolazione e sono generalmente costituiti da una porzione in metallo, generalmente leghe di cromo-cobalto o di titanio, e polietilene, una plastica molto resistente.

Ricordiamo poi che può essere utilizzato il “cemento”, un materiale plastico polimerico, al fine di ancorare l’impianto all’osso nella maniera che si ritiene più opportuna.
Nei modelli non cementati la protesi viene fissata ad incastro nell’osso preparato preventivamente; la crescita di osso attorno alla protesi perfeziona la stabilità nel tempo.

Il chirurgo ortopedico sceglie il tipo di protesi più idoneo e il sistema di fissazione adatto al singolo paziente.

Come viene eseguito l’intervento d’innesto dell’artroprotesi di ginocchio?

Mediante un’incisione chirurgica si esegue la resezione, con uno strumentario apposito, delle superfici articolari osteo-cartilaginee deteriorate ed esse vengono sostituite da una componente metallica per il femore ed una della tibia. Lo scivolamento e la funzione articolare sono garantiti dall’applicazione tra una componente metallica e l'altra di un inserto in materiale plastico (polietilene ad alta resistenza). L’intervento può essere eseguito con anestesia regionale o generale a seconda delle decisioni dell’anestesista. La prima potrà essere spinale, epidurale o tronculare. L'anestesia generale, invece, viene indotta dall’anestesista grazie alla combinazione di alcuni farmaci e provoca la totale incoscienza e “sonno” durante tutto l’atto chirurgico.

Decorso post operatorio

Dal primo giorno post-operatorio, inizia la riabilitazione e la ripresa della deambulazione con l'ausilio di bastoni canadesi, comunemente chiamati stampelle. Il paziente viene dimesso e prosegue la riabilitazione a domicilio o in appositi centri di Riabilitazione che possono prevedere o meno il ricovero a seconda delle condizioni del paziente.

Nel primo mese dall'intervento il paziente esegue la fase rieducativa più intensa, con il recupero completo dell’escursione articolare, ed utilizza i bastoni canadesi per camminare. Dal secondo mese in poi si completa la riabilitazione con il rinforzo dell’'apparato muscolare.

Il completo recupero può essere raggiunto tra 2 e 6 mesi a seconda delle caratteristiche del paziente, ma un fattore determinante è la collaborazione del paziente nella riabilitazione.

Dott. Nicola Fredella
Ortopedia e Traumatologia

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