Le lesioni tessutali generatrici di patologie

Le lesioni tessutali generatrici di patologie

Editato da: Alice Cattelan il 12/07/2023

In questo interessante articolo il Dott. Claudio Dell’Anna, specialista in Neurologia, ci parla delle lesioni tessutali come generatrici di patologie dolorose e disfunzionali

Qual è la relazione tra lesione e problema riportato?

Patologie diverse, dolorose e/o disfunzionali, possono essere sostenute da lesioni tessutali. Infatti i pazienti spesso riportano che alcune loro sofferenze sono iniziate dopo un intervento chirurgico o una lesione accidentale. La gravità e la collocazione di tali sofferenze possono variare notevolmente tanto che i medici talora dubitano della relazione tra la lesione e il problema lamentato (come ad esempio nel caso di una cefalea insorta dopo l'asportazione della colecisti o dopo la frattura di un arto). La discrepanza tra l'entità della lesione tessutale e la gravità del problema riportato può rendere ancora più difficile accogliere queste narrazioni. Tuttavia è provato che lesioni apparentemente innocue e ben cicatrizzate possono essere associate a malattie dolorose e disfunzionali diverse (cefalee, lombosciatalgie, stipsi, problematiche respiratorie, infiammazioni muscolo-articolari, ecc.).

In realtà non dovrebbe sorprendere che una lesione cicatrizzata possa costituire una "zona critica" poiché i processi di riparazione tessutale coinvolgono dinamiche biologiche complesse che possono avere effetti diversi. Ad esempio, i "fattori di crescita" prodotti durante la riparazione del tessuto possono promuovere la formazione di nuovo tessuto e, al tempo stesso, esercitare anche un'azione pro-infiammatoria.

Complex Regional Pain Syndrome (CRPS) tipo 1

 

Un ulteriore argomento che supporta quest’idea proviene dalla clinica e riguarda la Complex Regional Pain Syndrome (CRPS) tipo 1. Con andamento cronico progressivo questa malattia colpisce gli arti e si sviluppa a seguito di una o più lesioni tessutali anche se ben cicatrizzate e distanti nel tempo manifestandosi con segni oggettivi di alterazioni trofiche e microcircolatorie insieme a disturbi soggettivi della sensibilità. Spesso l'area interessata non corrisponde alla posizione delle lesioni tessutali e la malattia può gradualmente coinvolgere aree più estese.

La sua incidenza è sottovalutata e non sono del tutto chiari alcuni aspetti della sua patogenesi ma è innegabile la responsabilità delle precedenti lesioni ai tessuti periferici. Un ruolo significativo potrebbe essere svolto dalla dinamica elettrofisiologica tessutale. Si ipotizza che il rapporto tra la zona cicatrizzata, in cui si verifica la riduzione dell'attività elettrotonica, e il tessuto sano circostante, in cui un meccanismo omeostatico cerca di mantenerla costante, sia cruciale per la patogenesi della CRPS tipo 1. A questo sfasamento nella dinamica elettrofisiologica può seguire la proiezione di informazioni "anomale" al midollo spinale e poi al cervello. I canali del sodio "voltaggio-dipendenti" svolgono un ruolo centrale in queste dinamiche. Nei neuroni coinvolti nella CRPS l'ingresso eccessivo di sodio attraverso questi canali può causare uno stato patologicamente eccitato, noto come "sensitizzazione".

Esistono già modelli che supportano questa teoria! Per ulteriori dettagli si può consultare il prossimo articolo.

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