Parliamo di acufene: un disturbo difficile da diagnosticare

Parliamo di acufene: un disturbo difficile da diagnosticare

Editato da: Serena Silvia Ponso il 02/05/2023

Viene definito acufene la sensazione illusoria di percepire un suono in assenza di un suono presente nel mondo esterno. Secondo le ultime statistiche ne è colpito in modo cronico (cioè avvertito da almeno 6 mesi in modo continuativo) oltre il 10% della popolazione mondiale. Approfondisce l’argomento il Prof. Roberto Carlo Teggi, Otorinolaringoiatra a Milano

Perché l’acufene è difficile da diagnosticare?

È interessante valutare che un numero superiore al 50% della popolazione mondiale chiede di essere visto in un ambulatorio dedicato (presumibilmente perché l’acufene crea problemi), ma nel momento in cui il paziente effettua un esame audiometrico e una risonanza magnetica della testa i risultati rilevati risultano attestarsi su valori normali.

In un vecchio esperimento, due ricercatori hanno chiesto a ragazzi sani, con normale udito e senza acufene, di soggiornare in una stanza insonorizzata e di dire loro se avvertissero suoni; in quella condizione oltre il 90% ha detto di aver avvertito un suono (un fischio, sibilo, ronzio) dal mondo esterno. Come è possibile?

 

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Come insorge l’acufene?

La teoria attualmente più accreditata ipotizza che l’acufene insorga nelle prime vie acustiche a seguito di una riduzione delle informazioni uditive dall’orecchio; nel caso dell’esperimento i ragazzi erano nel silenzio totale, e in quella condizione praticamente tutti hanno sentito un suono inesistente.

Succede ad esempio all’uscita da un locale rumoroso, in cui tutti hanno una riduzione di udito temporanea su alcune frequenze (e praticamente tutti hanno un acufene).

Come si cura l’acufene?

Nelle persone anziane, in cui la riduzione dell’udito è una causa importante di acufene, spesso la semplice protesizzazione acustica ne determina la riduzione o scomparsa.

Nelle persone con udito normale, la terapia basata sull’arricchimento sonoro comunemente denominata TRT (Tinnitus Retraining Therapy, che mira ad abituare il cervello a prestare sempre meno attenzione all’acufene), basata sull’esposizione a suoni programmata e a volume molto basso durante la giornata e la notte, si è dimostrata utile a ridurre la percezione dell’acufene nell’80% delle persone. Nella valutazione iniziale anche l’impatto emotivo dell’acufene deve essere considerato e, nel caso, trattato.

 

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Otorinolaringoiatria a Milano