Patologie cervicali: quando bisogna operare?

Patologie cervicali: quando bisogna operare?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 25/05/2023

La cervicale può essere causata da problemi di diversa origine, ma il più delle volte si tratta di una patologia degenerativa che si concretizza in patologie cervicali

Quali sono le patologie cervicali?

Le patologie cervicali che colpiscono la colonna vertebrale nella regione del collo e che possono essere la causa della cervicale sono le seguenti:

  • Ernia del disco cervicale: può presentarsi in giovane età e spesso si manifesta con dolore al braccio, causando a volte una perdita di forza dei muscoli del braccio e/o della mano;;
  • Cervicoartrosi: causa dolore al collo che si irradia alla testa sotto forma di cefalea occipitale, tensione muscolare, vertigini e pressione sulla colonna vertebrale, causando dolore e alterazione della sensibilità in entrambe le braccia;
  • Mielopatia cervicale: si manifesta solitamente nelle persone anziane e consiste in una compressione del midollo cervicale causando uno stato di spasticità degli arti, la perdita di forza in forma progressiva, aumento dei riflessi, disturbi della sensibilità ai quattro arti e dunque un’alterazione della deambulazione.

 

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Quali sono i trattamenti disponibili per le patologie cervicali?

I trattamenti disponibili per le patologie cervicali dipendono dalla condizione specifica del paziente, ma i trattamenti più comuni sono iniezioni di corticosteroidi, trattamenti fisioterapici, terapia conservativa e trattamenti chiropratici.

Qualora fosse necessario, per far fronte a queste patologie cervicali è necessario sottoporsi a un intervento chirurgico. La chirurgia della colonna vertebrale nelle mani di uno specialista e con un'accurata diagnosi può dare ottimi risultati, ma è opportuno accertarsi della causa principale che provoca il dolore, perché potrebbe trattarsi di una patologia alla spalla o di altre problematiche.  È dunque l'indicazione corretta e puntuale che fa la differenza.

Quando bisogna ricorrere al trattamento chirurgico?

La decisione del Neurochirurgo od Ortopedico di ricorrere al trattamento chirurgico per le patologie cervicali dipende da diversi fattori, tra cui la durata dei sintomi, la gravità della condizione, la risposta ai trattamenti conservativi e l'impatto sulla qualità della vita del paziente.

In generale, il trattamento chirurgico viene considerato quando i sintomi sono gravi e persistenti, il midollo spinale risulta essere compromesso, la patologia cervicale ha causato un’instabilità spinale e la radicolopatia (compressione o irritazione delle radici nervose spinali) è grave.

Nello specifico, la cervicoartrosi può essere trattata con la fisioterapia, le infiltrazioni, i rilassanti muscolari e gli antinfiammatori, che in genere offrono buoni risultati e permettono di monitorare la patologia molto bene.

Le ernie devono essere operate quando non rispondono alle cure mediche e ai farmaci, o se producono danni neurologici progressivi. Nel caso della mielopatia cervicale bisogna prendere in considerazione l’opzione chirurgica nella maggior parte dei casi (salvo controindicazioni anestesiologiche).

Risultati dell’intervento chirurgico

L’intervento chirurgico, nel caso di ernie cervicali, è una procedura anatomicamente agevole, in quanto l’accesso anteriore alle vertebre e ai dischi cervicali è anatomicamente favorevole.

Pertanto, il decorso operatorio è per lo più scevro da dolore, se non un saltuario e transitorio disturbo della deglutizione, con ritorno al domicilio in prima giornata post-operatoria. Si consiglia di indossare un collare morbido per 20 giorni circa come memorandum per evitare movimenti di flesso-estensione o torsione del collo repentini e bruschi.

Nel caso della stenosi cervicale con compressione midollare, l’approccio è posteriore con una incisione nella parte posteriore del collo, al fine di rimuovere la parte posteriore delle vertebre, cioè le lamine, ottenere un allargamento del canale midollare e dare spazio al midollo compresso. Questo intervento è volto, in prima istanza, a scongiurare un ulteriore peggioramento del quadro clinico e, se si interviene tempestivamente, a un recupero parziale o totale dei deficit pre-operatori.

 

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