Principali caratteristiche della vulvodinia
La vulvodinia è una patologia caratterizzata da dolore vulvare cronico senza una precisa causa identificabile. Delle sue caratteristiche ce ne parla la Dott.ssa Dania Gambini, Ginecologa a Milano
Chi colpisce la vulvodinia? Qual è l’incidenza del problema?
Si tratta di una condizione relativamente frequente, con un’incidenza stimata intorno al 15% in base ai dati pubblicati in letteratura.
Purtroppo è colpevolmente non riconosciuta né diagnosticata correttamente e in tempi utili, così da incidere in maniera rilevante sulla qualità di vita delle pazienti, con un notevole impatto sulla sfera personale, relazionale e familiare. Colpisce prevalentemente le donne in età fertile: il 75% ha infatti meno di 50 anni.
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Come si manifesta la vulvodinia? Quali sono le sue principali caraatteristiche?
La vulvodinia si manifesta clinicamente come dolore/bruciore, talvolta associato a prurito in sede vulvare, di durata superiore ai tre mesi, che può essere diffuso a tutta la vulva (si parla quindi di vulvodinia generalizzata) oppure localizzato ad esempio a livello del vestibolo vaginale (si parla quindi di vestibolite vulvare/vulvodinia provocata) o a livello clitorideo (clitoralgia).
Il fastidio può essere spontaneo (senza alcuna causa scatenante) o provocato dalla visita o dal rapporto sessuale, fino a renderlo impossibile. Frequentemente si associa a comorbilità intestinali (stitichezza, alvo alterno, intolleranze/allergie alimentari) e vescicali (cistiti ricorrenti e/o postcoitali, sindrome della vescica dolorosa).
Come si effettua la diagnosi di vulvodinia?
La diagnosi è clinica, basata su un’attenta anamnesi e su un’accurata visita ginecologica, in cui risulta fondamentale la valutazione dello stato di contrazione della muscolatura del pavimento pelvico.
Le cause sono riconducibili a molteplici fattori (riconosce una patogenesi multifattoriale), e l’approccio terapeutico prevede l’utilizzo di farmaci antinfiammatori, antimicotici, miorilassanti, neurolettici per il controllo del dolore, da associare a sedute specifiche di riabilitazione del pavimento pelvico e stili di vita sani e rigorosi.
Considerata la sua complessità eziopatologica e le frequenti associazioni con disturbi in altri apparati, è bene che le pazienti vengano seguite da medici esperti: con il corretto protocollo di cura la maggior parte delle donne recupera la salute e la gioia della vita intima in un tempo medio di circa 9 mesi.
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