Nel precedente articolo il Dott. Maurizio Barale, esperto in Urologia, ci ha spiegato cos’è la prostata e quali funzioni svolge. Oggi parleremo invece di cosa accade alla prostata nel processo di invecchiamento
Come l’invecchiamento influisce sul volume della prostata?
Il trofismo della prostata, e quindi il suo volume, dipende dal controllo ormonale e principalmente dal testosterone che agisce prevalentemente sul tessuto ghiandolare.
Un ruolo importante è giocato dagli estrogeni, presenti anche nel maschio, che agiscono in prevalenza sul tessuto fibromuscolare che nell'architettura interna della prostata forma la struttura “di supporto” del tessuto ghiandolare.
Così si spiega come il volume della prostata, molto basso nel bambino, ha una prima fase di crescita sotto l'azione del testosterone durante la pubertà, fino al raggiungimento del volume dell'adulto.
Quali altre modificazioni avvengono nella prostata con l’invecchiamento?
Con l'invecchiamento si registra fisiologicamente, quindi in tutti gli individui, una variazione del rapporto tra testosterone ed estrogeni con un aumento di importanza relativa di questi ultimi. Questo diverso ambiente ormonale determina all'interno della prostata una iperplasia, cioè un aumento del numero delle cellule (soprattutto a carico del comparto fibromuscolare), con aumento del volume totale della ghiandola.
Queste modificazioni si rendono particolarmente evidente nella parte centrale della ghiandola, quella che contorna l'uretra: questa porzione ghiandolare (potremmo pensare ad una specie di “nocciolo” all'interno della prostata) aumentando di volume diventa riconoscibile anatomicamente e agli esami di imaging, e viene comunemente definita “adenoma prostatico” o Iperplasia Prostatica Benigna (IPB).
In molti soggetti queste modificazioni “fisiologiche” assumono carattere di patologia clinicamente significativa: la prostata cresce di volume in misura importante o comunque in modo tale da andare ad interferire con il normale funzionamento degli organi del basso apparato urinario con cui è in stretto rapporto (collo e base della vescica, uretra prostatica).
Come l’adenoma influisce con le funzionalità dell’apparato urinario?
Lo sviluppo all'interno della prostata di un “adenoma”, influisce negativamente attraverso almeno due meccanismi con la normale funzionalità del basso apparato urinario, determinando la comparsa di sintomi minzionali “di svuotamento” o ostruttivi:
- diminuzione del flusso;
- sensazione di difficoltà ad urinare (disuria);
- utilizzo della contrazione addominale per aiutare la minzione;
- incompleto svuotamento della vescica con la conseguente necessità di andare più spesso ad urinare (pollachiuria);
- in alcuni casi il blocco completo della minzione (ritenzione urinaria acuta) con la necessità della cateterizzazione.
E sintomi “di riempimento” o irritativi quali:
- aumento della frequenza minzionale (pollachiuria);
- necessità di urinare in breve tempo dalla comparsa dello stimolo (urgenza e imperiosità minzionale);
- sensazione di aver voglia di urinare senza poi riuscire nell'intento (tenesmo vescicale).
I sintomi di riempimento o irritativi sono anche tipici delle patologie flogistiche/infettive, tipicamente le prostatiti nell'uomo e le cistiti nella donna.
Quando intervenire?
Quando i sintomi di cui sopra non rispondono più alla terapia medica, l’adenoma viene asportato con tecnica endoscopica mininvasiva tramite l’utilizzo di un laser di ultima generazione (super laser) che permette di ristabilire una normale dinamica minzionale e in molti casi di preservare la funzionalità sessuale.