Sindrome dell’ovaio policistico: che cosa fare?

Sindrome dell’ovaio policistico: che cosa fare?

Editato da: Sharon Campolongo il 03/02/2023

La sindrome dell’ovaio policistico è una condizione che provoca importanti ripercussioni sulla salute della donna a livello sia metabolico che riproduttivo. Capiamo in che cosa consiste tale patologia con la Dott.ssa Andreea Loredana Picu, specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio

Che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?

L’ovaio policistico rappresenta l’endocrinopatia più comune nella donna in età fertile ed è la causa più frequente di infertilità ed irsutismo.

L’ovaio policistico viene definito come una sindrome che associa segni clinici o biochimici di iperandrogenismo (defluvium capitis o alopecia, acne, seborrea, in rari casi anche segni di virilizzazione: basso tono di voce, l’incremento delle masse muscolari) a disturbi del ciclo mestruale (anovulazione cronica).

Chi sono i soggetti più a rischio e quando si manifesta?

Il 50% delle pazienti affette da ovaio policistico sono obese con una distribuzione centrale dell’adipe dovuta ad uno stato di insulinoresistenza. L’eccesso ponderale corella in modo lineare con la severità del quadro di iperandrogenismo e si è visto che un calo ponderale, anche solo del 5% del peso, provoca notevoli miglioramenti del quadro cutaneo.

I disturbi clinici compaiono spesso durante l’età dello sviluppo, subito dopo il menarca con disturbi della ciclicità mestruale con tendenza ad oligomenorrea (cicli con durata oltre i 35 giorni) fino a periodi di amenorrea (assenza per più di 180 giorni del ciclo mestruale).

immagine di una melograna e di semi

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi dell’ovaio policistico è clinica e biochimica.

Infatti, è necessario effettuare esami ormonali specifici nella prima fase del ciclo mestruale insieme ad esami biochimici per ricerca dell’insulinoresistenza (curva da carico di glucosio per glicemia ed insulinemia).

Come viene trattato l’ovaio policistico?

La terapia dell’ovaio policistico è complessa: da una parte è volta a controllare la ciclicità mestruale; dall’altra ha l’obiettivo di contrastare l’eccesso degli ormoni maschili circolanti con l’aiuto di pillole contracettive antiandrogene, le quali determinano un’inibizione della funzione ovarica, associando uno stile di vita salutare, ossia seguendo una dieta a basso contenuto di zuccheri complessi e praticando attività fisica aerobica. 

Nei casi più complessi spesso insorge la necessità di associare uno o più farmaci anche per periodi lunghi di tempo per contrastare gli effetti dell’iperandrogenismo.

Nelle donne che presentano un’infertilità anovulatoria spesso vengono associati alla dieta ipocalorica degli ipoglicemizzanti orali e se non migliorano verranno inviate presso Centri per la Fecondazione Assistita (FIVET).

Endocrinologia e Malattie del metabolismo a Torino