Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è e cosa fare?

Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è e cosa fare?

Editato da: Sharon Campolongo il 14/11/2022

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un insieme di manifestazioni cliniche che coinvolgono l’apparato riproduttivo femminile e lo stato metabolico. In Italia si stima ne siano affette tra il 5% e il 10% delle donne in età fertile. Approfondiamone le cause, i sintomi e gli esami a cui sottoporsi per avere una corretta diagnosi di questa patologia

Da che cosa è provocata la sindrome dell’ovaio policistico?

Le cause non sono ancora del tutto chiare, sicuramente intervengono fattori genetici e ambientali. Si tratta, quindi, di una patologia multifattoriale.

Le alterazioni alla base delle manifestazioni cliniche (principalmente iperandrogenismo) sono causate da un eccesso di ormoni androgeni, a cui si aggiunge spesso una condizione metabolica che comporta l’aumento della produzione dell’insulina (ormone necessario per la regolazione della glicemia) con una successiva resistenza di tale ormone a livello tissutale, che implica un conseguente nuovo aumento della sua produzione instaurando un circolo vizioso. Anche l’insulina è in grado di influenzare l’attività ovarica nella produzione degli androgeni ed accentuare, quindi, le manifestazioni cliniche dell’iperandrogenismo.

Non si può ovviamente agire sulle eventuali cause genetiche, ma molto si potrebbe fare fin dalla giovane età per quanto riguarda lo stile di vita. Una sana alimentazione (con basso introito di grassi e carboidrati e ricca di fibre) e una regolare attività fisica possono sicuramente ridurre le manifestazioni cliniche della patologia.

mano di una ragazza che afferra una mezza melograna

Perché è importante non sottovalutare i sintomi?

La diagnosi precoce della PCOS consente di correggere il prima possibile le manifestazioni metaboliche della patologia (iperinsulinemia e insulinoresistenza) per evitare che il problema peggiori fino a sfociare in età adulta in un franco diabete mellito.

Invece, per quanto riguarda le manifestazioni dell’iperandrogenismo (irsutismo, acne, disturbi del ciclo mestruale) l’azione terapeutica va individuata a seconda del problema principale della paziente e della sua età (manifestazioni cutanee, regolazione del ciclo mestruale, desiderio di gravidanza).

Generalmente, le pazienti con PCOS vengono seguite sia dall’Endocrinologo che dal Ginecologo che spesso lavorando in sinergia seguono queste donne nel corso della loro vita, dall’adolescenza (momento in cui si presenta il problema) fino alla menopausa.

Come si diagnostica la sindrome dell’ovaio policistico?

Gli esami da eseguire sono sicuramente quelli ematochimici ormonali riguardanti la ciclicità mestruale, in aggiunta agli androgeni ovarici e surrenalici necessari per porre diagnosi differenziale con altre patologie causanti iperandrogenismo.

Fondamentale è la tempistica di esecuzione di tali esami, che vanno eseguiti in fase follicolare precoce, cioè tra il 3° e il 6° giorno del ciclo mestruale, a meno che la paziente non presenti un problema di amenorrea (assenza del ciclo mestruale). In aggiunta, è utile eseguire una curva da carico glicemico (OGTT) per glicemia e insulinemia e un profilo lipidico per studiare lo stato metabolico.

Infine, andrebbe eseguito, ove possibile, uno studio ecografico ovarico con sonda endovaginale (in genere l’esame viene eseguito dal Ginecologo).

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