Soffri di stitichezza? Scopri con noi come curarla!

Soffri di stitichezza? Scopri con noi come curarla!

Editato da: Cecilia Ghidotti il 05/10/2021

Circa il 16% della popolazione adulta nel nostro paese soffre di stitichezza (o stipsi). Ma che cos’è e come si può prevenire? Ce lo spiega il Prof. Paolo Sossai, esperto in Gastroenterologia a Urbino

Cos’è la stitichezza?

Innanzitutto occorre intenderci sulla definizione di stitichezza, o più tecnicamente, stipsi.
Alcuni pazienti si autodefiniscono “stitici” se non evacuano giornalmente mentre le società scientifiche del settore definiscono diversamente la stipsi.
Per esempio, un gruppo internazionale di esperti si è incontrato a Roma (da qui il termine “Criteri di Roma”) precisando i modi che ci permettono di definire la stipsi.
Il numero di evacuazioni deve essere inferiore a 3 alla settimana per 12 settimane, anche non consecutive, negli ultimi 12 mesi, le feci sono dure, permane una sensazione di incompleta defecazione e, talora, vi è la necessità di ricorrere a manovre manuali per estrarre le feci.
La stipsi interessa mediamente il 20% della popolazione adulta.
È una patologia tipica del sesso femminile ed aumenta con l’invecchiamento.
Le cause sono molteplici: da quelle proprie dell’intestino, per ridotta motilità intestinale (intestino “pigro”) a quelle endocrine (diabete e tiroide), neurologiche (malattia di Parkinson, traumi midollari), sclerosi sistemica, ecc.
Anche l’uso di farmaci può causare stipsi come nel caso della morfina e dei suoi derivati, degli antidepressivi e antiipertensivi, dei chemioterapici (p.e. alcaloidi della vinca), ecc. Ovviamente questo non significa che si debbano sospendere le terapie ma è necessario intervenire con norme igieniche ed eventualmente lassativi al fine di evitare la stipsi.

Si può prevenire?

Per prevenire la stipsi è necessario bere qualche bicchiere di acqua in più e questo vale soprattutto per gli anziani che purtroppo hanno un ridotto senso di sete.
Altro presidio utile è quello di camminare perché questa pratica migliora la motilità intestinale.
L’alimentazione ricca di fibre può essere usata solo se i germi intestinali (microbiota) sono quelli “buoni” perché diversamente si determina un gonfiore addominale, senza risoluzione della stipsi.

Cos’è il prolasso rettale? Ha relazione con la stitichezza?

Il prolasso rettale si caratterizza per la fuoriuscita del retto, in parte o tutto, dall’ano per indebolimento della muscolatura pelvica.
Generalmente ciò avviene in corso di uno sforzo defecatorio e quindi più spesso in soggetti stiptici, prevalentemente di sesso femminile che hanno avuto uno o più parti. In queste donne è possibile la presenza anche di prolasso dell’utero, sempre a causa dell’indebolimento della muscolatura del pavimento pelvico.
I sintomi sono il dolore anale, perianale o pelvico associato a evacuazione incompleta, perdita di sangue e/o muco dal tratto di retto prolassato a causa, per esempio, di ulcere in quella sede.
La terapia risolutiva è quella chirurgica ma il trattamento medico può essere di aiuto nel mantenere le feci “morbide”.
La complicanza più grave, anche se non frequente, è lo strozzamento dell’intestino prolassato che interrompe l’irrorazione sanguigna in quella sede, rischiando così di portare a distruzione (necrosi) quel tratto di intestino. Il dolore è molto intenso e richiede un intervento chirurgico in urgenza.

Gastroenterologia a Ancona