Tachicardia ventricolare: sai di che cosa si tratta?

Editato da: Vittoria Marcucci il 29/08/2024

Per tachicardia ventricolare si intende un ritmo cardiaco che nasce nei ventricoli e produce una frequenza cardiaca di almeno 120 battiti al minuto. Scopriamolo nel seguente articolo


Da che cosa è provocata?

Ogni battito cardiaco ha origine nel nodo senoatriale, che si trova sulla sommità dell’atrio destro. Tuttavia, a volte il battito cardiaco avviene nei ventricoli. Quando si presenta quest’ultima condizione si parla di battiti ventricolari prematuri.

Se la durata della tachicardia ventricolare supera i 30 secondi si tratta di tachicardia ventricolare sostenuta.


Come si manifesta la tachicardia ventricolare?

Generalmente, i soggetti affetti da tachicardia ventricolare presentano la seguente sintomatologia:

La tachicardia ventricolare può risultare pericolosa, perché se non curata può diventare un’insufficienza cardiaca oppure una fibrillazione ventricolare.

In che modo si diagnostica?

Per ottenere una corretta diagnosi della tachicardia ventricolare, è necessario che il paziente si sottoponga a un elettrocardiogramma (ECG).

L’elettrocardiogramma dura pochi minuti e consiste nel posizionare 10 elettrodi su braccia, gambe e torace del paziente, con l’obiettivo di registrare l’attività elettrica del cuore che viene riprodotta in un tracciato.

Tale esame è indolore e non invasivo.


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Cosa fare in caso di tachicardia ventricolare?

Generalmente, si trattano i pazienti con tachicardia ventricolare sintomatica o con episodi che durano più di 30 secondi.

I pazienti sintomatici devono sottoporsi a una cardioversione immediata, ossa una scarica elettrica che ha lo scopo di ripristinare il normale ritmo del cuore.

Invece, i pazienti asintomatici affetti da tachicardia ventricolare con durata superiore ai 30 secondi, devono sottoporsi a cardioversione oppure utilizzare farmaci endovenosi.

La cardioversione risulta essere dolorosa ma è molto efficace; mentre la terapia farmacologica non è fastidiosa ma meno efficace, provocando effetti collaterali.

Il trattamento a lungo termine ha l’obiettivo di prevenire il decesso improvviso, quindi si opta per l’impianto di defibrillatore-cardioversore impiantabile oppure si può ricorrere all’ablazione con catetere o l’intervento chirurgico a cuore aperto.

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