Tequila e osteoporosi?
L’osteoporosi è quella patologia che provoca l’indebolimento delle ossa; una ricerca scientifica porta alla luce qualcosa che potrebbe essere una svolta per la medicina nel prossimo futuro. Ne parla il Prof. Costantino DI Carlo, esperto in Ginecologia e Ostetricia a Napoli
Di cosa stiamo parlando?
Per caso girando in Internet avete letto una frase simile a “Signora, mentre le prescrivo i farmaci per l’osteoporosi, inizi a bere Tequila che le farà bene alle ossa”? Se vi sembra assurdo, allora non avete ancora perso tutte le carte.
Eppure, da un po’ di tempo si vedono articoli in Internet che parlano della Tequila, il distillato derivato dalla pianta dell’agave blu, come un efficace rimedio per la fragilità delle ossa che può colpire gli individui intorno ai 50 anni.
Alla base di questa assurda teoria, c’è l’usuale meccanismo secondo il quale uno studio scientifico viene stravolto nel contenuto per ottenere più visualizzazioni e attirare sempre più lettori. In questo modo l’affidabilità scientifica, purtroppo, perde di valore. Era già successo in passato, infatti, con articoli che avevano come temi principali il vino, il cioccolato o più in generale, tutto quello che ci piacerebbe che facesse bene ma non è così. È proprio su questi articoli poco seri che i giornalisti puntano tutto per catturare la nostra attenzione.
I dettagli dello studio
Tornando all’argomento principale dell’articolo, bisogna dire che alla base di questa teoria, c’è una ricerca svolta dal Centro de Investigación y de Estudios Avanzados in Città del Messico, che dimostra gli effetti positivi dell’agave blu per la robustezza delle nostre ossa. Si tratta quindi dell’agave, non della Tequila che viene ricavata dalla stessa pianta, che ha infatti una composizione ben diversa, se solo si pensa all’alcol che contiene. Lo studio, inoltre, è stato effettuato su dei topi ai quali erano state rimosse le ovaie, e non su esseri umani.
In effetti, lo stato di salute delle loro ossa era effettivamente migliorato rispetto ai topi non trattati. Questo studio, sicuramente, fa sperare sulle possibilità in futuro di poter sviluppare delle cure a base di agave per l’osteoporosi, anche se dei topi senza ovaie sono un modello ancora troppo lontano dall’essere umano per trarre delle conclusioni.
L’esperimento, infine, ha avuto una durata di sole 8 settimane, un periodo di tempo troppo breve per valutare l’effetto a lungo termine del trattamento e l’efficacia sulla prevenzione dell’osteoporosi.
Cosa aspettarsi per il futuro?
In conclusione, per il momento non è confermata l’efficacia dell’agave per combattere il dolore alle ossa, e ancora meno quella della Tequila. Magari un giorno sarà normale prescrivere agave, ma rimane un bel po’ di lavoro da fare prima di lodare virtù soprannaturali della pianta. E, se anche si arrivasse a questi livelli, dubito fortemente che il medico vi raccomandi di aumentare la quantità di Tequila nel fine settimana.