Tiroide e gravidanza: cosa cambia durante i 9 mesi?

Pubblicato il: 22/03/2024 Editato da: Antonietta Rizzotti il 11/04/2024

Tra le principali preoccupazioni per le donne in gravidanza rientrano i problemi legati alla tiroide, dopo il diabete gestazionale. Durante i nove mesi di gestazione, è importante monitorare regolarmente la funzionalità della tiroide al fine di evitare possibili rischi per la salute della madre e del bambino. In questo articolo, il Prof. Paolo Emidio Macchia, parla dell'importanza della salute tiroidea durante la gravidanza e come gestire eventuali problematiche

Cambiamento della tiroide in gravidanza

La tiroide, una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, produce ormoni cruciali per molte funzioni corporee.

Durante la gravidanza, si verificano vari cambiamenti fisiologici a carico di questa ghiandola, compreso un aumento del suo volume e modificazioni nella produzione degli ormoni tiroidei. Questi cambiamenti sono in parte legati ai livelli di Beta hCG, il principale ormone della gravidanza, che, soprattutto durante il primo trimestre di gestazione, stimola la produzione di ormoni e la crescita della ghiandola.

donna incinta vestita di bianco

Quali sono i problemi e i rischi legati alla tiroide in gravidanza?

Le alterazioni della funzione tiroidea, tra cui ipotiroidismo e ipertiroidismo, sono spesso causa di preoccupazione durante la gravidanza, ma sono facilmente controllabili con terapie specifiche. Le pazienti già in terapia per problemi tiroidei dovrebbero contattare il proprio endocrinologo quando scoprono di essere in attesa, affinché si possano effettuare quanto prima gli adattamenti nei dosaggi delle terapie in atto. Assolutamente i trattamenti non vanno interrotti in quanto un buon controllo della funzionalità tiroidea è fondamentale per il corretto andamento della gestazione.

Anche le future mamme che scoprono un’alterazione della funzione tiroidea dopo aver iniziato la gravidanza devono rivolgersi ad un endocrinologo per valutare l’eventuale necessità di una terapia. Infatti, se da un lato, nel primo trimestre di gravidanza si assiste ad un fisiologico abbassamento del TSH, l’ormone che regola la tiroide, e ad un modico aumento della T4, è opportuno accertarsi che queste variazioni degli ormoni circolanti non siano eccessive e rientrino nella normale fisiologia della ghiandola.

Ancor più importante è il caso dell’ipotiroidismo, con aumento del TSH e riduzione degli ormoni tiroidei circolanti (FT3 ed FT4). In questo caso è infatti spesso necessario effettuare una terapia “sostitutiva” con ormoni tiroidei per poter compensare la ridotta funzione della ghiandola e garantire un adeguato apporto di ormoni anche al feto. Raramente la sintomatologia clinica è evidente e i sintomi di alterata funzione tiroidea sono spesso sfumati e facilmente confondibili con i sintomi aspecifici spesso presenti nelle prime fasi della gravidanza. Ipotiroidismo ed ipertiroidismo, se non trattati, non solo impattano lo stato di salute della madre ma possono anche influenzare lo sviluppo del feto, aumentando il rischio di complicazioni come:

  • aborto spontaneo
  • parto pretermine
  • preeclampsia
  • ipertensione
  • emorragia post-partum
  • basso peso del neonato alla nascita

Prevenzione e trattamento delle disfunzioni tiroidee in gravidanza

La diagnosi precoce è fondamentale per gestire le disfunzioni tiroidee in gravidanza. Un'accurata anamnesi durante il periodo che precede il concepimento e un monitoraggio regolare durante la gestazione sono fondamentali. In particolare, appena accertata la gravidanza, sarebbe opportuno che il ginecologo richieda, tra i vari esami di laboratorio, anche un dosaggio del TSH e degli ormoni tiroidei e, se alterati, suggerisca di contattare un endocrinologo per valutare, come detto, l’eventuale necessità di un trattamento. Durante la gravidanza è anche molto importante garantire alla gestante una corretta assunzione di iodio non solo attraverso una dieta bilanciata, ma anche con l’utilizzo di integratori specifici contenenti iodio.

Perché è importante assumere lo iodio in gravidanza?

Lo iodio, essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei, è particolarmente importante durante la gravidanza, quando il fabbisogno giornaliero di questo elemento aumenta significativamente per una serie di ragioni fisiologiche (aumento volume ematico, maggiori perdite urinarie, fisiologico aumento della produzione di ormoni tiroidei per aumento delle proteine di trasporto, ecc.). L'assunzione di iodio deve essere non solo garantita attraverso il consumo adeguato di alimenti come pesce, uova, carne e latte, ma anche con l’utilizzo del sale iodato. In particolare, l’utilizzo di sale iodato andrebbe suggerite sempre, indipendente dalla gravidanza, perché vari studi hanno evidenziato come questo alimento abbia benefici maggiori in gravidanza se il suo uso è iniziato anche prima della gestazione.

L’uso di sale iodato (sempre senza superare l’apporto giornaliero consigliato di sodio) garantisce infatti l’apporto ottimale di 150 mcg/giorno di iodio. Poiché, come detto, il fabbisogno di iodio durante la gestazione aumenta fino a circa 250 mcg/giorno, è spesso opportuno integrare la dieta con l’uso di specifici integratori (da utilizzare sempre sotto indicazione del proprio medico).

Il consiglio da dare quindi è quello di usare sempre poco sale, ma iodato, e, in gravidanza, chiedere al proprio ginecologo o all’endocrinologo in merito all’uso di integratori specifici per la gravidaanza.

Endocrinologia e Malattie del metabolismo a Napoli

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