Trapianto cardiaco: come migliora la qualità di vita del paziente
Il trapianto cardiaco è una procedura medica complessa e innovativa che offre nuove speranze ai pazienti affetti da malattie cardiache gravissime. È un intervento chirurgico salvavita che ha rivoluzionato il trattamento delle patologie cardiache terminali, offrendo una possibilità di sopravvivenza e miglioramento della qualità della vita. Ce ne parla in questo articolo il Dott. Marco Falcidieno, esperto in Cardiologia a Genova
In cosa consiste la procedura del trapianto cardiaco?
Il trapianto cardiaco è un intervento chirurgico in cui il cuore malato di un paziente (ricevente) viene sostituito con un cuore sano proveniente da un donatore non in vita.
La procedura inizia con una rigorosa selezione del paziente idoneo al trapianto, attraverso una valutazione approfondita delle condizioni cardiache e generali. Il paziente viene quindi inserito in una lista di attesa trapianto.
Successivamente, si cerca un donatore compatibile, che deve possedere con il paziente una assoluta corrispondenza di gruppo sanguigno e fattori immunologici. È intuibile come la disponibilità limitata di donatori rappresenti una sfida significativa, e comporti un grave stress per i pazienti in attesa.
Trovato un donatore adatto, il cuore viene prelevato e trapiantato nel paziente attraverso un’operazione chirurgica. Durante l’intervento, i vasi sanguigni e i tessuti cardiaci del paziente vengono collegati al nuovo cuore, ripristinando così la funzionalità cardiaca.
Vi sono rischi e complicanze?
Nonostante i notevoli progressi nella tecnica, esistono ancora rischi e complicanze associate alla procedura di trapianto. Fra i rischi più comuni:
- Rigetto del cuore trapiantato da parte del sistema immunitario del ricevente;
- Infezione post-operatoria;
- Trombosi vascolare;
- Disfunzione multiorgano ai danni del ricevente.
Per prevenire il rigetto, è necessaria per il paziente una terapia a vita con immunosoppressori, possibile fonte di effetti collaterali indesiderati.
In condizioni ottimali, quali benefici comporta il trapianto di cuore per i soggetti affetti da malattie cardiache gravi e in fase terminale?
Numerosi e molto importanti: innanzitutto, può aumentare significativamente la loro sopravvivenza, anche di diversi anni.
Inoltre, il trapianto cardiaco può alleviare i sintomi debilitanti associati alle malattie cardiache gravi, come affaticamento, dispnea, dolore al petto, aritmie anche fatali.
La procedura offre insomma una speranza di vita più lunga e una maggiore possibilità di affrontare le sfide quotidiane, determinando notevole miglioramento della loro qualità di vita: è possibile riprendere le attività quotidiane, svolgere esercizio fisico, godere di una maggiore indipendenza.
Quali sono le prospettive future?
La ricerca nel campo del trapianto cardiaco sta costantemente progredendo, aprendo nuove prospettive e sfide. I ricercatori stanno lavorando per sviluppare nuove terapie che riducano la dipendenza dai farmaci immunosoppressori e migliorino la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti trapiantati.
Ma anche l’impianto e l’utilizzo di cuori artificiali, e la rigenerazione dei tessuti cardiaci sono (impianto di cellule staminali nel cuore malato) costituiscono aree di grande interesse per la comunità scientifica, con l’obiettivo di superare la scarsità di donatori e di offrire opzioni alternative per i pazienti.