Trapianto di rene: dì addio all’insufficienza renale!

Autore: Dott. Elio Montagna
Pubblicato: | Aggiornato: 20/09/2023
Editor: Antonietta Rizzotti

Il nostro paese conta quasi 4000 trapianti di rene all’anno. Nonostante il numero alto degli interventi, però, le liste d’attesa continuano ad essere molto lunghe. Ma cos’è il trapianto di rene e quado serve? Lo stimato nefrologo Dott. Elio Montagna ce lo spiega in questo articolo

L’importanza del trapianto di rene

Il trapianto di rene è un momento fondamentale nella vita di chi è affetto da insufficienza renale cronica.

Consiste nell’intervenire chirurgicamente allocando il rene di un donatore (cadavere o vivente) nella fossa iliaca destra o sinistra del ricevente, previa anestesia generale.

L’arteria renale è anastomizzata all’arteria iliaca mentre la vena renale alla vena iliaca esterna del ricevente. L’uretere viene impiantato nella vescica in modo da far fluire l’urina in questa ultima.

Il trapianto di rene consente di aumentare la qualità di vita oltre che restituire una piena riabilitazione sociale, permettendo un aumento della sopravvivenza rispetto a chi rimane in terapia dialitica.

Chi può accedere al trapianto del rene?

Il candidato idoneo è il paziente con insufficienza renale cronica terminale, dializzato, giudicato idoneo ed inserito in una apposita lista di attesa.

L’accesso al programma di trapianto richiede il rispetto di un iter clinico diagnostico terapeutico per l’ottenimento di una migliore sicurezza del trapianto stesso. Ciò è necessario per individuare eventuali fattori di rischio specifici per paziente. In questo modo sarà effettuata una valutazione adeguata del rapporto rischi benefici.

Non esistono limiti di età per accedere al trapianto, ma è importante che i soggetti in studio per il trapianto di età superiore a 65 anni dovranno essere studiati più approfonditamente durante la visita collegiale.

I codici che danno diritto all’esenzione della spesa pubblica sono: 050 per i soggetti in lista d’attesa di trapianto; 052 per soggetti trapiantati; 058 per i donatori viventi.

Il tempo medio di permanenza in lista di attesa per trapianto è 3 anni e 5 mesi.

Tipologie di trapianto e diagnosi pre-intervento.

Tra le patologie che necessitano un maggior approfondimento diagnostico terapeutico in fase pre-trapianto ci sono le neoplasie, la malattia cardiovascolare, le malformazioni urinarie complesse, congenite o acquisite, la calcolosi della colecisti, l’iperparatiroidismo secondario, il rene policistico, le infezioni, la positività per l’infezione da HBV, HCV, lo stato di portatore di HIV.

Il trapianto di rene può essere proposto in certe condizioni dal nefrologo referente dell’ambulatorio pre-dialisi e quindi può essere eseguito prima che il paziente inizi il trattamento dialitico. Questo trapianto è detto preemptive e può avvenire tanto con donatore vivente compatibile (quindi intervento programmato), che con donatore cadavere compatibile no programmato.

Esistono diversi tipi di trapianto:

  • Trapianto di doppio rene;
  • Trapianto di rene da donatore a cuore fermo;
  • Trapianto da donatore vivente con modalità incrociata (cross over);
  • Trapianto AB0 incompatibile da donatore vivente;
  • Protocolli operativi con donatore a rischio calcolato;
  • Protocollo nazionale iperimmuni.

…e dopo l’intervento?

Il paziente trapiantato deve somministrare i farmaci immunosoppressori che riducono le difese immunitarie aiutando l’organismo ad accettare il nuovo rene. Tali farmaci vanno assunti tutti i giorni e sempre alla stessa ora per tutta la durata del trapianto anche se a dosaggi scalari secondo le indicazioni mediche.

I farmaci antirigetto non sono scevri di effetti nefrotossici dose indipendente tra cui le più importanti: infezioni, neoplasie, patologie cardiovascolari.

La complicanza più comune del trapianto è il rigetto che rappresenta una esagerata risposta dell’organismo contro un organo che riconosce come non proprio. La diagnosi è clinica; la conferma è data dalla biopsia renale. Esistono dei protocolli farmacologici che risolvono il rigetto nella maggior parte dei casi; se il rigetto è irreversibile si rende utile la rimozione chirurgica del rene trapiantato: espianto.

Il paziente trapiantato viene periodicamente monitorato dal nefrologo responsabile dell’Ambulatorio Trapianto Renale. La periodicità dei controlli dipende da diversi fattori:

  • Età del trapianto;
  • Eventi acuti;
  • Comorbilità.

La sopravvivenza media del paziente trapiantato da donatore cadavere a 1 anno dal trapianto è 97,3%, mentre a 5 anni è del 92% a 10 anni è dell’83%. Per chi ha ricevuto un rene da donatore vivente la percentuale di sopravvivenza a 1 anno è del 98.8%, scende al 95% dopo 5 anni fino a raggiungere il 91,7% dopo 10 anni.

Dott. Elio Montagna
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