Trattamenti neurochirurgici utili per la malattia di Parkinson

Trattamenti neurochirurgici utili per la malattia di Parkinson

Editato da: Serena Silvia Ponso il 05/05/2023

Il Parkinson è una malattia degenerativa cronica del sistema nervoso centrale che coinvolge i nuclei della base, fondamentali nel programmare i movimenti. Purtroppo non è possibile guarirla, ma in alcuni casi può essere utile effettuare dei trattamenti neurochirurgici. Ce ne parla la Dott.ssa Giuseppina Iorio, specialista in Neurochirurgia

Quali sono le cause del Parkinson?

La causa del morbo di Parkinson al momento è sconosciuta, tant’è che si parla di “malattia di Parkinson idiopatica”. Tuttavia, esistono alcune forme genetiche di Parkinson, e a questo proposito è da ricordare che i parenti di I° grado di pazienti parkinsoniani hanno un rischio superiore del 30% di ammalarsi.

 E le conseguenze?

Il morbo di Parkinson provoca un peggioramento della qualità di vita riducendo l’autonomia motoria degli arti, come conseguenza diretta di alcuni sintomi, in primis il tremore.

Si tratta del sintomo più conosciuto che esordisce a riposo in forma monolaterale, per poi scomparire durante il sonno. Oltre a questo sintomo ve ne sono altri tra cui la rigidezza muscolare, la brachicinesia (o lentezza dei movimenti), problemi di coordinazione e di linguaggio.

Per evitare dunque che questi sintomi aggravino irrimediabilmente la condizione del paziente, può essere utile ricorrere a un trattamento neurochirurgico.

 

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Quali tipi di trattamenti neurochirurgici esistono per la malattia di Parkinson?

Come anticipato non si conoscono le cause della malattia, dunque non è possibile guarire dalla malattia di Parkinson. Tuttavia, quando i farmaci non bastano più per controllare i sintomi del Parkinson è possibile ricorrere ad alcuni trattamenti neurochirurgici:

  • Pallidotomia: grazie a questa procedura è possibile ridurre i sintomi della malattia di Parkinson distruggendo una piccola parte del nucleo pallido mediante un elettrodo inserito attraverso il cranio. Questa procedura può aiutare a ridurre i sintomi della malattia di Parkinson, ma è meno comune rispetto alla DBS.
  • Stimolazione cerebrale profonda (DBS): si tratta di una procedura in cui viene inserito un elettrodo attraverso un piccolo foro nel cranio e posizionato in una regione specifica del cervello, di solito il nucleo subtalamico o il talamo. L'elettrodo è collegato a un dispositivo di stimolazione che viene impiantato sotto la pelle del petto. La DSB può migliorare alcuni sintomi della malattia, come rigidità, tremore e bradykinesia.
  • Talamotomia: questa procedura è simile alla pallidotomia, ma anzichè distruggere il nucleo pallido viene distrutta una piccola parte del talamo. Si tratta di una procedura meno comune rispetto alla DBS e alla pallidotomia.
  • Chirurgia di lesione: con questa procedura una parte del cervello viene distrutta utilizzando la termocoagulazione, la radioterapia o l’ultrasuono.

Come scegliere un trattamento chirurgico piuttosto che un altro?

La scelta del trattamento neurochirurgico per la malattia di Parkinson dipende da vari fattori, tra cui:

  • L'età del paziente: la DSB è spesso il trattamento privilegiato per i pazienti più giovani, mentre la pallidotomia o la talamotomia possono essere più idonee per i pazienti anziani, che potrebbero avere maggiori rischi di complicanze chirurgiche.
  • La gravità dei sintomi: i pazienti con sintomi lievi o moderati possono trarre beneficio della DBS, mentre i pazienti con sintomi più gravi possono trarre altrettanto beneficio dalla talamotomia o pallidotomia
  • Compresenza di altre malattie: se il paziente presenta altre malattie, come problemi respiratori o cardiaci, potrebbe essere preferibile la DBS, che comporta un rischio chirurgico più basso rispetto alla talamotomia o alla pallidotomia.
  • Preferenza del paziente: alcuni pazienti potrebbero preferire la DBS perché è un trattamento reversibile; altri invece potrebbero privilegiare la pallidotomia o la talamotomia perché non richiedono l'impianto di un dispositivo elettronico.

In genere la scelta del trattamento neurochirurgico deve essere fatta dal neurochirurgo e dal neurologo insieme al paziente, prendendo in considerazione tutti i fattori sopra elencati e valutando i potenziali rischi e benefici di ogni opzione.

 

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