Ventilatore polmonare: uno strumento salvavita per le complicazioni da COVID-19

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Pubblicato il: 17/04/2020 Editato da: Marta Buonomano il 02/09/2021

I ventilatori polmonari sono considerati dei veri e propri salvavita per i pazienti che hanno sperimentato complicanze gravi dovute al COVID-19. A cosa servono e come funzionano?

Che cos’è un ventilatore polmonare?

uomo che si tocca il pettoI ventilatori polmonari sono dei dispositivi essenziali per curare chi manifesta sintomi gravi di Coronavirus. Sono delle macchine che, in caso di insufficienza respiratoria, aiutano il paziente a respirare meccanicamente.

Perché può essere necessario un ventilatore polmonare?

Come già sappiamo, questo virus attacca le vie respiratorie arrivando ai polmoni: la risposta immunitaria dell’organismo può essere incontrollata e la sua reazione può attaccare anche cellule sane, danneggiando i polmoni, dando luogo a lesioni visibili attraverso la TAC e ostacolando la corretta ossigenazione del sangue.

Come capire quando bisogna intervenire?

Quando un paziente raggiunge l’insufficienza respiratoria, il ritmo di respirazione standard (15-16 inspirazioni) aumenta fino a raddoppiare, aumenta il livello di anidride carbonica nel sangue e si entra in uno stato confusionale e letargico. Questo è il segnale per capire che bisogna agire immediatamente.

Esistono metodi meno invasivi per garantire una buona respirazione?

Le mascherine facciali attaccate ad una valvola in grado di regolare l’apporto di ossigeno da una bombola, oppure i caschi per la ventilazione assistita sono altri strumenti di supporto per la respirazione, ma secondo quanto riportato dai medici che stanno affrontando il COVID-19 in prima linea, ci sono casi in cui il peggioramento dei sintomi è estremamente rapido (circa 30 minuti) ed è necessario poter intervenire tempestivamente.

Ventilatori polmonari: è indispensabile l’intubazione?

coronavirusI pazienti che necessitano un ventilatore polmonare devono esser intubati. Questa è una procedura invasiva che si esegue sotto sedazione (anestesia) e prevede l’inserimento di una sonda nel naso o nella bocca fino a raggiungere la trachea. Talvolta, può essere necessario inserire il tubo direttamente nella trachea mediante un piccolo foro sul collo (tracheostomia).

La sonda inserita è collegata ad un respiratore meccanico che trasporta automaticamente l’ossigeno ai polmoni ad un ritmo e in una quantità stabilita dai medici, facendo espirare il paziente in maniera passiva servendosi dell’elasticità del tessuto polmonare.

È necessario essere molto cauti durante il processo di intubazione, in quanto il personale sanitario entra a stretto contatto con un paziente positivo che tossisce ed ha un disperato bisogno d’aria.

Per quanto tempo si ha bisogno di un ventilatore polmonare?

Il ventilatore polmonare può essere necessario per garantire la respirazione per settimane, in attesa della completa guarigione dei polmoni. Man mano che le condizioni del paziente migliorano, verranno eseguite delle prove di respirazione autonoma per valutare la possibilità di rimuovere la sonda.

 

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