Il Dott. Lorenzo Agoni, specialista in Ginecologia, ci ha da poco parlato della vulvovaginite da Candida, ma in quali casi questa infiammazione si trasforma in “Vulvovaginite Ricorrente da Candida”?
Cos’è la “Vulvovaginite Ricorrente da Candida”?
Si definisce “Vulvovaginite Ricorrente da Candida”, detta anche “RVVC” (dall’inglese “Recurrent Vulvo-Vaginal Candidosis”), la condizione in cui una donna è soggetta a più di 3-4 episodi di vulvovaginite da Candida nell’arco temporale di un anno.
Quali sono i sintomi della “Vulvovaginite ricorrente da Candida”?
I sintomi ricalcano in tutto e per tutto di episodi tipici di vulvovaginite da Candida. Quindi, si tratta principalmente di prurito vulvo-vaginale intenso, accompagnato spesso da perdite vaginali biancastre e molto dense e grumose. Tuttavia, in alcuni casi le recidive possono essere più sfumate e la sensazione di prurito essere sostituita con quella di bruciore o dolore, e le perdite essere minime o assenti.
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Quali sono le cause della “Vulvovaginite Ricorrente da Candida”?
Per definizione, la causa è la presenza di Candida in una delle sue varianti morfologiche (ife, pseudoife, balstospore, o blastoconidi). Differenti specie di Candida possono presentarsi in maniera ricorrente: dalla tipica Candida albicans, alle più rare Candida glabrata, Candida krusei, Candida parapsilosis, Candida tropicalis e altre.
I motivi per cui l’infezione si presenti in maniera ricorrente non sono noti. Fra le possibili cause si citano: sottotipi di Candida particolarmente aggressivi e persistenti, condizioni cliniche e abitudini alimentari particolarmente permissive per la proliferazione della Candida a livello intestinale che faciliterebbero la ricomparsa a livello vaginale, diminuzione delle difese a livello vaginale.
Come avviene la diagnosi di “Vulvovaginite Ricorrente da Candida”?
La Candida è spesso diagnosticata in base alla presentazione clinica, cioè alla presenza dei sintomi tipici. Tuttavia, la diagnosi corretta si ottiene mediante visualizzazione diretta delle cellule fungine mediante l’utilizzo del microscopio su preparato a fresco o fissato su vetrino. La diagnosi precisa delle specie di Candida si ottiene invece mediante l’analisi molecolare su tampone vaginale.
È importante utilizzare queste tecniche di laboratorio per raggiungere la diagnosi corretta e non affidarsi alla sola valutazione clinica, in quanto non tutti i pruriti vulvo-vaginali, anche quando accompagnati da perdite biancastre e dense, sono causati da Candida.
Quali sono i possibili trattamenti per la “Vulvovaginite Ricorrente da Candida”?
Tipicamente si utilizzano antimicotici per via orale, da ripetere settimanalmente o mensilmente per un tempo variabile da alcune settimane ad alcuni mesi. Tuttavia, questa strategia non si rivela sempre efficace. È pertanto importante supplementare le difese naturali della mucosa vaginale, prevalentemente mediante la somministrazione di lattobacilli (probiotici), localmente o per via orale. Infatti, è dimostrato che alcuni lattobacilli siano in grado di proteggere l’ambiente vaginale da un’eccessiva proliferazione di Candida. Di fatto, molte donne affette da RVVC sono caratterizzate da una scarsità di lattobacilli a livello vaginale.
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