La stenosi valvolare aortica e mitralica: cause e diagnosi

La stenosi valvolare aortica e mitralica: cause e diagnosi

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Cecilia Ghidotti il 18/05/2022

La stenosi valvolare colpisce soprattutto le persone d’età superiore ai 65 anni: con l’avanzare dell’età le percentuali di contrarre questa patologia aumentano. La Dott.ssa Antonella Cecchetto ci spiega in questo articolo la stenosi valvolare aortica e mitrale

Come si può fare diagnosi di stenosi valvolare?

L'ecocardiografia transtoracica rappresenta la tecnica diagnostica di primo livello per la valutazione delle stenosi valvolari. È essenziale utilizzare un approccio integrato, che combini tutti i parametri bidimensionali, tridimensionali, nei casi indicati, e Doppler. Questi andranno poi contestualizzati alle condizioni di carico cui il paziente è sottoposto e alla sintomatologia. Le più comuni stenosi valvolari studiate in ecocardiografia sono la stenosi valvolare aortica e mitralica.

Quali sono le cause principali di stenosi valvolare aortica?

La forma più comune di stenosi valvolare è quella calcifica o degenerativa, che si caratterizza per l’ispessimento, la calcificazione e la ridotta mobilità delle cuspidi. La forma reumatica, più comune nei paesi in via di sviluppo, si caratterizza per l’ispessimento dell’estremità distale delle cuspidi e la fusione delle commissure. Tra le forme congenite riconosciamo la valvola aortica bicuspide, di cui l’asimmetria, il prolasso diastolico, l’apertura a cupola delle cuspidi e l’aspetto a “bocca di pesce” dell’orifizio valvolare in sistole sono peculiari.

Come si quantifica la stenosi valvolare aortica?

La severità della stenosi aortica comprende uno spettro di malattie che vanno dall’aortosclerosi, senza una ostruzione emodinamica, fino alla stenosi valvolare aortica severa. I principali parametri che vengono utilizzati per la quantificazione della severità sono la velocità massima, il gradiente medio, l’area valvolare aortica (calcolata attraverso l’equazione di continuità) e dovrebbero essere concordi. La stenosi valvolare aortica si considera severa quando la velocità massima è maggiore di 4 m/s, il gradiente medio maggiore di 40 mmHg e l’area inferiore a 1 cm2 o 0,6 cm2/m2. Quando l’ecocardiografia basale non è in grado di esprimersi in merito al grado di severità, possono essere richiesti esami aggiuntivi come l’ecocardiografia da stress e TAC per il calcolo del calcium score.

È sufficiente avere una stenosi aortica severa per avere indicazioni all’intervento?

È necessario discutere con il proprio cardiologo di fiducia la presenza o meno di sintomi oltre che valutare la concomitante presenza di disfunzione ventricolare sinistra, l’entità del grado di stenosi e la velocità di progressione della stenosi.

Quali sono le cause di stenosi valvolare mitralica?

Le forme più frequenti di stenosi mitralica sono la reumatica e la degenerativa. Nelle forme reumatiche, l’ecocardiografia mostra un ispessimento e calcificazione dei lembi, ad origine dall’estremità distale verso la base, con una apertura ridotta definita a cupola, dovuta alla fusione delle commissure. Le corde tendinee appaiono spesso ispessite, fuse ed accorciate. Nelle forme degenerative, invece, le calcificazioni coinvolgono primariamente l’anulus e la base dei lembi. È importante che sia valutata e riportata in maniera esaustiva l’anatomia valvolare, utilizzando anche diversi score, soprattutto quando viene considerata la valvuloplastica percutanea.

Come si studia la stenosi mitralica?

Lo studio della stenosi mitralica si avvale dell’ecocardiografia transtoracica e spesso dell’ecocardiografia transesofagea, poiché consente di valutare più accuratamente l’anatomia valvolare, di escludere trombosi atriali e di quantificare una eventuale insufficienza mitralica associata. L’ecocardiografia da sforzo è raccomandata quando vi è una discrepanza tra i dati ecocardiografici e la sintomatologia.

Come si quantifica la stenosi mitralica?

Si basa sulla misurazione del gradiente pressorio transmitralico e sulla stima dell’area valvolare. La planimetria dell’orifizio mitralico fornisce l’area valvolare anatomica che è considerata il metodo di riferimento, in quanto non risente delle condizioni di carico. È raccomandata la misurazione dell’area planimetrica mediante ecocardiografia tridimensionale, poiché visualizzando la valvola in piani multipli consente di individuare in medio-diastole il più piccolo orifizio all’estremità distale dei lembi. Possono esserci dei limiti nei pazienti con severe calcificazioni, scadente finestra acustica e fibrillazione atriale. Le attuali linee guida considerano una stenosi mitralica significativa quando l’area è inferiore a 1,5 cm2. Supporta la diagnosi anche la presenza di ipertensione polmonare, con valori di pressione sistolica in arteria polmonare superiori a 50 mmHg.

 

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