Ablazione cardiaca: come si esegue?

Ablazione cardiaca: come si esegue?

Editato da: Sharon Campolongo il 14/04/2022

Oggigiorno, grazie a varie tecniche mininvasive si possono trattare varie patologie, tra le quali anche quelle cardiache. Questo è il caso dell’ablazione cardiaca. Approfondiamo questo tema con il Dott. Pier Luigi Pellegrino, specialista in Cardiologia a Foggia

Che cos’è l’ablazione transcatetere?

L’ablazione transcatetere o ablazione cardiaca è una metodica mini invasiva che viene utilizzata per curare le aritmie. Queste sono anomalie del ritmo cardiaco che possono determinare un battito cardiaco troppo rapido (tachicardie), oppure troppo lento (bradicardie) o irregolare (fibrillazione atriale o extrasistoli).

Quando si utilizza?

L’ablazione cardiaca può curare la maggior parte delle aritmie cardiache, tra queste le tachicardie sopraventricolari da rientro (dovute a circuiti localizzati tra atri e ventricoli che determinano battiti molto veloci ad insorgenza e regressione improvvisa), le extrasistoli (pulsazioni più forti che vengono avvertite sul petto e descritte spesso come “colpo al petto” o “battito mancante”), la fibrillazione atriale (avvertita come battito cardiaco veloce e irregolare) e le tachicardie ventricolari (aritmie che si manifestano più frequentemente in pazienti con cardiopatie severe e vengono percepite come battito cardiaco molto veloce, mancanza di respiro e dolore toracico).

illustrazione cuore

Come si esegue l’intervento di ablazione cardiaca?

L’ablazione cardiaca si esegue introducendo attraverso i vasi sanguigni che decorrono a livello inguinale, sonde flessibili di piccole dimensioni (cateteri) che vengono guidate fino a raggiungere punti specifici del cuore. Queste sonde sono in grado di registrare l’attività elettrica del cuore tramite sensori elettrici incorporati. Generalmente durante la prima parte della procedura, chiamata studio elettrofisiologico, il medico che la esegue è in grado di identificare i circuiti elettrici anomali all’interno del cuore dal quale originano le aritmie. La seconda parte della procedura consiste nell’eliminare tali circuiti (ablazione cardiaca) e può essere ottenuta attraverso diverse tecniche. La metodica maggiormente utilizzata è quella a radiofrequenza, ossia attraverso una corrente che genera calore e riscalda i tessuti, effettuando con cateteri dedicati delle bruciature in punti precisi del cuore.

Generalmente si esegue in anestesia locale, con il paziente cosciente e attraverso una leggera sedazione; in alcuni casi, tuttavia, può essere necessario addormentare il paziente con l’anestesia generale. Dopo la procedura il paziente deve sostare a letto per alcune ore prima di potersi rialzare.

Quali sono i rischi e i benefici di questa procedura?

I rischi dell’ablazione cardiaca sono generalmente molto bassi per le tachicardie sopraventricolari e la fibrillazione atriale (0.5-4% in base al tipo di aritmia e alla sede dei circuiti anomali) a fronte di una elevata efficacia. Aumentano, tuttavia, per le tachicardie ventricolari ed in pazienti con patologie cardiache severe. L’efficacia della procedura dipende dal tipo di aritmia trattata anche se generalmente è elevata se effettuata in centri e con operatori esperti.

Cardiologia a Foggia