Improvvisamente accade di sentire il respiro corto e affannato, il cuore accelerato, tremori. Stava sopraggiungendo un infarto? Era un attacco di panico o una crisi d’ansia?
Ansia: più frequente di quanto si possa immaginare
A volte la sensazione è così forte da dover ricorrere al più vicino Pronto Soccorso e tale condizione è più frequente di quanto si possa immaginare.
Uno studio condotto a ridosso dell’esplosione della pandemia di coronavirus, svolto dall’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico – Eurodap (fonte: tg24.sky.it del 04.03.2019), mostra che il 79% dei soggetti intervistati ha esperito almeno un episodio di ansia nell’ultimo mese.
La situazione non è di certo migliorata con la pandemia. Dai report clinici si evince che tra l’1.5 e il 5% della popolazione soffre di Disturbo da Attacco di Panico, che rappresenta la forma cronicizzata dell’episodio di attacco di panico.
Da cosa è caratterizzato l’attacco di panico?
Episodi del genere sono caratterizzati da un imponente impatto fisico e da un forte stato di ansia, ma cosa ci fa capire che ci troviamo in preda ad un attacco di panico?
Una volta esclusa una sottostante patologia fisica, l’eventualità di un infarto in corso, e se si è sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ci sono dei sintomi che ci aiutano a definire un attacco di panico.
Innanzitutto percepiamo dei sintomi fisici:
- sudorazione intensa;
- palpitazioni;
- sensazione di soffocare;
- dolore diaframmatico che ci rende difficile la respirazione.
Quasi sempre il sintomo principale è la mancanza di aria, che ci induce a respirare velocemente, azione che incrementa la sintomatologia.
Ci sono poi dei sintomi psicologici. Chi prova un attacco di panico esperisce una paura intensa, spesso paura di non sopravvivere alla crisi, un senso di impotenza. Possono insorgere pensieri catastrofici per sé stessi e/o per gli altri.
Ma per avere una diagnosi esatta bisognerà chiedere una consulenza psicologica ed eventualmente una psicoterapia.
Cos’è la diagnosi differenziale?
Un clinico attento saprà distinguere un attacco di panico da una crisi di ansia o da uno stato di angoscia.
Nella psicoterapia corporea abbiamo uno strumento importante per questa diagnosi differenziale: la localizzazione corporea dei sintomi. Inoltre, collocando la sintomatologia attuale nella storia evolutiva del paziente, possiamo comprendere se e come il sintomo attuale sia la manifestazione di una struttura caratteriale sottostante e, conseguentemente, fare un progetto terapeutico mirato e appropriato alla persona. A volte è necessario anche un intervento psicofarmacologico appropriato a cura di un medico, in collaborazione con lo psicoterapeuta.
È bene rivolgersi allo psicoterapeuta già all’apparire della sintomatologia per comprendere se siamo in presenza di ansia, angoscia o panico e per evitare che gli eventuali attacchi di panico si possano trasformare in Disturbo da Attacco di Panico, che ne rappresenta la forma cronicizzata e invalidante.