Aritmie cardiache: una visione approfondita
Le aritmie cardiache sono patologie elettriche del cuore che possono avere un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita dei pazienti. In questo articolo esploreremo con il Dott. Stefano Grossi, specialista in Cardiologia a Torino, le diverse sfaccettature delle aritmie cardiache, dai sintomi alla diagnosi e alle implicazioni a lungo termine sulla salute del paziente
Definizione e sintomi associati
Le aritmie cardiache sono malattie elettriche del cuore che provocano la perdita della regolarità nel battito cardiaco e ne alterano la frequenza. I pazienti pertanto avvertono una sensazione di batticuore che può essere di vario tipo a seconda del tipo di aritmia. Si va dalle sensazioni di battito saltato o senso di vuoto, alla sensazione di battito molto accelerato, magari anche irregolare, che si può associare a mancanza di respiro, a senso di peso al petto o anche alla perdita dei sensi nei casi più gravi.
Da cosa sono causate?
La causa delle aritmie è la comparsa nel cuore di cellule anomale che sottraggono il controllo del ritmo alle cellule che normalmente ne sono responsabili. Le cellule anomale possono generarsi per ragioni genetiche o acquisite. Nel secondo caso i fattori di rischio cardiovascolari come ipertensione, fumo, diabete, sovrappeso, ipercolesterolemia, apnee notturne, sono anche i fattori di rischio per le aritmie in quanto favoriscono il generarsi di circuiti elettrici anomali che prendono il controllo elettrico del cuore.
Tipi di aritmie cardiache
Le aritmie si dividono in due grandi gruppi, le bradiaritmie, caratterizzate da un rallentamento critico del cuore e le tachiaritmie, caratterizzate da una accelerazione del battito cardiaco. La distinzione si fa prima di tutto quindi sulla frequenza cardiaca. Tre tachiaritmie poi distinguiamo quelle ad origine ventricolare e quelle ad origine sopraventricolare. Per differenziare tra loro le aritmie è necessaria la esecuzione di un elettrocardiogramma.
Come si diagnosticano?
La diagnosi di una aritmia cardiaca si fa con l’elettrocardiogramma. Questo è l’esame fondamentale, imprescindibile in aritmologia. Per fare la diagnosi di una aritmia questa deve essere registrata con un elettrocardiogramma. La registrazione può essere effettuata con un elettrocardiogramma tradizionale. Tuttavia poiché le aritmie sono intermittenti nel momento della esecuzione dell’elettrocardiogramma l’aritmia può essere assente. Pertanto esistono registrazioni di lunga durata (ECG Holter) o registrazioni attivate al momento dei sintomi con piccoli monitor o orologi dedicati che consentono di registrare una traccia elettrocardiografica mentre si verifica l’aritmia consentendo la diagnosi.
Opzioni di trattamento
Per le aritmie associate a rallentamento critico del cuore la terapia consiste nell’impianto di un pace maker (stimolatore cardiaco). Per le tachiaritmie, quelle associate ad accelerazione dei battiti, la terapia tradizionalmente si basava su farmaci antiaritmici che tuttavia mostrano una efficacia limitata nel prevenirne l’insorgenza. La terapia oggi più efficace è la ablazione transcatetere che consiste nell’andare a neutralizzare i circuiti elettrici anomali che hanno preso il controllo del cuore. Le metodiche ablative sono molteplici e si avvalgono di tecnologie avanzate il cui utilizzo deve essere in mano ad elettrofisiologi esperti e qualificati. Nelle aritmie maligne ad alto rischio di morte improvvisa la terapia si basa, oltre che su farmaci ed ablazione, sull’impianto di defibrillatori che posizionati sottocute, in caso di arresto cardiaco, ripristinano una normale attività cardiaca erogando uno shock elettrico.
Implicazioni a lungo termine
L’impatto delle aritmie sullo stato di salute dei pazienti è molto rilevante. Esse alterano prima di tutto la qualità di vita producendo sintomi più o meno fastidiosi e più o meno gravi (batticuore, perdita di coscienza) interferendo con lo svolgimento di attività quotidiane. Inoltre alterando la regolare fisiologia cardiaca possono alterare la attività del cuore affaticandolo progressivamente fino allo sviluppo di una insufficienza cardiaca. Le aritmie possono inoltre provocare effetti a distanza generando coaguli dentro le cavità cardiache che entrando nel flusso sanguigno possono dare origine ad embolie periferiche con conseguenza anche drammatiche come l’ictus cerebrale o infarto intestinale, renale, ischemia acuta di un arto. Per queste ragioni una volta sottoposte a trattamento anche efficace i pazienti devono essere seguiti clinicamente, mediante controlli holter e con eventuali altri esami di approfondimento come ecocardiogramma, coronarografia, risonanza magnetica cardiaca.