Attacchi di panico: come distinguerli e supportarli!

Pubblicato il: 18/01/2023 Editato da: Alice Cattelan il 15/03/2023

Nel precedente articolo “Attacchi di panico: ne parla un esperto” abbiamo approfondito la definizione e le manifestazioni di un attacco di panico. In questo articolo parleremo di come distinguere l’attacco da altri disturbi e quanto l’ambiente familiare può influire su questa patologia

Cosa distingue un attacco di panico da una fobia? 

La fobia consiste nella paura o ansia marcate verso un oggetto (come animali o sangue) o verso situazioni specifiche (come volare, stare ad una certa altezza o ricevere un’iniezione).

La situazione o l’oggetto fobico provocano quasi sempre immediata paura o ansia, sproporzionate rispetto al loro reale pericolo, e vengono attivamente evitati oppure sopportati con paura o ansia intense, dall’individuo.

Tuttavia la sintomatologia indotta dalla fobia è specificamente generata dall’oggetto o dalla situazione temuti e non eguaglia il variegato corteo sintomatologico associato all’attacco di panico, nè ne raggiunge l’intensità.

Da cosa va differenziato un disturbo di panico?

Nel disturbo di panico propriamente detto, l’alterazione non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza come, ad esempio, una droga, un farmaco, o di un’altra patologia medica come l’ipertiroidismo e l’iperparatiroidismo, l’ipoglicemia episodica, la disfunzione vestibolare, le neoplasie, o i disturbi cardiopolmonari come le aritmie, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’asma.

Da qui l’importanza di un’approfondita anamnesi medica e di un’accurata valutazione delle abitudini di vita.

Qual è la frequenza del disturbo di panico?

Il disturbo di panico non è affatto un disturbo raro. Infatti la prevalenza del disturbo in un anno, ossia il numero di persone, in una determinata popolazione, affette dal disturbo nell’arco di un anno, è del 2-3%, con una predilezione per il genere femminile, dove si riscontra in un numero di casi pari al doppio rispetto al genere maschile.

Il picco d’incidenza è, in genere, a 20-24 anni ed è raro nell’infanzia o dopo i 45 anni.

Esiste un rischio maggiore per le persone con familiari affetti da disturbo d’ansia o di panico?

Il disturbo di panico non è ereditabile in senso stretto, ma i figli o i nipoti di persone affette da disturbo d’ansia o di panico hanno una significativa maggiore probabilità di sviluppare tale disturbo nel corso della loro vita, in quanto ereditano una predisposizione al disturbo, che poi può esprimersi o meno in relazione agli eventi di vita.

Cosa possono fare i familiari degli individui con disturbo di panico?

Il supporto dei familiari è importante nella cura del paziente con disturbo di panico. Per realizzare ciò in modo corretto ed efficace occorre una loro psicoeducazione.

In altre parole è molto importante che, oltre ai soggetti affetti dal disturbo, anche i loro familiari, siano edotti circa la natura del disturbo, i mezzi per fronteggiarlo, la prognosi e le strategie di comportamento.

Il disturbo di panico è un disturbo da cui è possibile guarire?

I trattamenti attualmente a disposizione per il disturbo di panico si sono rivelati estremamente efficaci, ancor più se utilizzati precocemente.

Psichiatria a Torino

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