Caress-Flow: il trattamento per l’atrofia vulvo-vaginale
Il “Caress-Flow” ossigenoterapia è una nuova opzione per il trattamento dell’atrofia vulvo-vaginale (AVV), ma in che cosa consiste esattamente? Ne abbiamo parlato con il Dott. Alessandro Spada, specialista in Ginecologia e Ostetricia
Che cos’è l’atrofia vulvo-vaginale?
L’atrofia vulvo- vaginale (AVV) è una patologia che racchiude più disturbi che si manifestano quasi in tutte le donne nella fase periclimaterica-menopausale.
Bisogna infatti considerare che in età fertile le pareti vaginali sono costituite da strati compatti di cellule, il cui trofismo e sviluppo vengono costantemente stimolati dal normale tasso estrogenico; in questo modo l’epitelio vaginale mantiene la sua costituzione pluristratificata (a strati multipli) e le pareti vaginali appaiono soffici, elastiche e distendibili.
Nella fase climaterico-menopausale, invece, la progressiva riduzione della produzione estrogenica induce numerosi cambiamenti metabolici e tissutali, soprattutto nel tratto genitale. In particolare, le pareti vaginali si assottigliano, perdono di elasticità e scompare progressivamente la caratteristica rugosità.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Isteroscopia Polipectomia-Miomectomia con Tecnica TruClear™
Quali sono i sintomi?
I sintomi tipici con cui si manifesta l’AVV riflettono i cambiamenti morfologici cui vagina e vulva vanno incontro e sono principalmente rappresentati da secchezza vaginale, prurito, bruciore, irritazione, disuria (bruciore ad urinare) e dispareunia (dolore durante i rapporti).
Si stima che circa il 50% delle donne in perimenopausa accusi tali disturbi, in variabile associazione e intensità.
Che cos’è il “Caress-Flow” e a che cosa serve?
Sul presupposto dei limiti riscontrati nell’utilizzo di altre opzioni terapeutiche quali i lubrificanti, interventi chirurgici, prodotti ormonali od omeopatici, è nata l’idea di applicare i principi della medicina rigenerativa del tratto vulvo-vaginale utilizzando il “Caress-Flow”.
Si tratta di una metodica finalizzata alla stimolazione della mucosa vaginale, molto utile in caso di AVV.
Il Caress-Flow è infatti indicato per trattare i sintomi propri dell’AVV di cui abbiamo parlato, grazie alla presenza di:
- Ossigeno ad alta concentrazione, che svolge un’azione antinfiammatoria e antibatterica, stimola la sintesi di fibre di collagene e la proliferazione di capillari sanguigni (stimolo angiogenetico). In tal modo aumenta il trofismo (cioè la nutrizione e la strutturazione) della mucosa vaginale;
- Acido ialuronico a basso peso molecolare, che ha un elevato potere idratante che favorisce il turgore e la plasticità vaginale. Oltre a ciò stimola i fibroblasti, cellule che producono fibre collagene ed elastiche, contribuendo al trofismo vulvovaginale.
Il “Caress-Flow” è un metodo alternativo estremamente efficace e, a differenza di altri trattamenti ginecologici come la radiofrequenza o il laser, non crea stress o fastidi di nessun genere.
Come si svolge il trattamento “Caress-Flow”?
Il trattamento standard con “Caress-Flow” prevede l’esecuzione di 4-5 sedute distanziate, secondo i casi, di 7-15 giorni.
Nel corso di ciascuna seduta, viene introdotta in vagina una sottile cannula che diffonde l’ossigeno e l’acido ialuronico. Si procede quindi alla nebulizzazione a livello della vulva (genitali esterni).
Il trattamento è indolore e non richiede tempi di recupero; è sicuro perché non sono conosciute controindicazioni o effetti collaterali indesiderati; è efficace perché la riduzione dei sintomi dell’AVV è stata dimostrata con studi clinici; è rapido perché una seduta dura circa 15 minuti e i risultati sono visibili in poco tempo.
Questo trattamento si può associare ad altri?
Per ottenere dei risultati ottimali, le sedute di trattamento con “Caress-Flow” possono essere associate all’utilizzo endovaginale di un particolare tipo di laser (“K laser”), per l’ottenimento di risultati sicuramente più evidenti.
Metodi alternativi di trattamento possono essere rappresentati da: chirurgia, ormonoterapia sistemica o locale, iniezioni locali di botulino, silicone o sostanze similari, iniezioni anestetiche o agopuntura, ginnastica riabilitativa del pavimento pelvico.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Sindrome genitourinaria vaginiti recidivanti: che cosa fare?