Cefalee: quali sono e come riconoscerle

Cefalee: quali sono e come riconoscerle

Editato da: Serena Silvia Ponso il 12/04/2023

Le cefalee sono comunemente chiamate mal di testa e purtroppo ci accompagnano in alcune fasi della nostra vita. Delle diverse forme di cefalee e di come fare per curarle e riconoscerle ce ne parla il Prof. Giuseppe De Benedittis, Direttore del Centro per lo Studio e La Terapia del dolore dell’Università di Milano, e Psichiatra

Che cosa sono le cefalee?

Le cefalee comprendono qualsiasi dolore che interessa la testa, incluso il viso, l’interno del cranio, il cuoio capelluto e la parte superiore del collo. Si tratta di uno dei motivi più diffusi di consultazione medica, che interferisce con le normali attività quotidiane e che dunque può essere invalidante per certi versi, specialmente in chi ne soffre spesso.

Come si classificano le cefalee?

A seconda della loro gravità, delle cause e dei sintomi con cui si manifestano, le cefalee si possono suddividere in due principali categorie:

  1. Cefalee primarie, che insorgono da sole
  2. Cefalee secondarie, che insorgono come conseguenza di un altro disturbo

Le cefalee primarie di solito sono ricorrenti, benigne e non causate da patologie primarie dell’encefalo, come la cefalea di tipo tensivo o l’emicrania. Rappresentano all’incirca il 90% di tutte le cefalee e causano spesso situazioni di disabilità.

Vi è una netta prevalenza di genere (femminile), tranne che nella cefalea a grappolo, che colpisce prevalentemente i soggetti di sesso maschile. Le cefalee primarie sono considerate una patologia multifattoriale, in cui stress psicofisici si ritiene svolgano un ruolo significativo nella predisposizione e/o esacerbazione della cefalea.

Le cefalee secondarie sono originate da processi infiammatori o da una patologia organica cranio-encefalica, come ad esempio emorragie cerebrali e neoplasie.

 

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Quali sono i sintomi/segni clinici significativi delle cefalee?

L’emicrania senza aura è una malattia neurologica cronica determinata da cefalee accessuali forti e ricorrenti, spesso accompagnate da alcuni sintomi/segni propri del sistema nervoso autonomo (ad esempio nausea e fotofobia). Si manifesta in maniera pulsante o martellante, e può durare dalle 4 alle 72 ore.

L’emicrania con aura si distingue da quella senza aura per la presenza di segni/sintomi neurologici focali (“aura”) che di solito precedono l’attacco emicranico. La manifestazione dura meno di un’ora ed è più comunemente visiva.

La cefalea di tipo tensivo rappresenta la più comune cefalea primaria e si manifesta con episodi quotidiani o molto frequenti di mal di testa della durata da minuti a giorni. Il dolore è tipicamente bilaterale, gravativo o costrittivo, di intensità moderata o lieve. La caratteristica distintiva principale è il dolore percepito nel momento in cui si palpano le aree muscolari interessate (solitamente occipito-nucali o fronto-temporali o occipito-nucali).

La cefalea a grappolo, che colpisce elettivamente il sesso maschile, è una cefalea su base neuro vascolare, contrassegnata dal fatto che gli attacchi si verificano in periodi (o “grappoli”) della durata media di 4-8 settimane. 

La cefalea interessa di solito la regione temporo-orbitaria, è unilaterale, spesso urente o pulsante, di intensità elevata e di una durata compresa tra i 15 e i 180 minuti. Gli attacchi seguono un andamento circadiano, ossia che per la metà si manifestano di notte, e sono accompagnati da segni/sintomi neurovegetativi parasimpatici (ad esempio rinorrea e lacrimazione nell’occhio ipsilaterale). Durante l’attacco, il paziente si trova spesso in uno stato di irrequietezza psicomotoria.

Come trattare le cefalee?

Come abbiamo visto esistono diverse tipologie di cefalee e dunque il trattamento verrà pensato sulla base della tipologia in atto, sulla cronicità del disturbo e frequenza/intensità degli attacchi. Può essere sia di tipo farmacologico sia di tipo non-farmacologico, anche se l’accostamento di entrambi gli approcci garantisce i risultati migliori.

Il trattamento farmacologico può essere sintomatico o profilattico: il primo ha lo scopo di controllare ogni attacco grazie a dei farmaci da banco, mentre il secondo si propone di ridurre e/o prevenire l’intensità e frequenza della cefalea.

Ultimamente il trattamento farmacologico viene ultimamente integrato con trattamenti non-farmacologici (come ad esempio ipnositerapia) e da uno stile di vita più salutare, con riduzione dei fattori di stress.

 

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