Chirurgia delle ghiandole salivari: quando è necessaria?

Chirurgia delle ghiandole salivari: quando è necessaria?

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Antonietta Rizzotti il 23/11/2023

La chirurgia delle ghiandole salivari è un intervento molto delicato che deve essere eseguito da mani esperte. Il Dott. Ettore Passet, esperto in Otorinolaringoiatria a Torino, ci aiuta a capire meglio

Quando si ricorre alla chirurgia delle ghiandole salivari?

Le situazioni patologiche che richiedono un trattamento chirurgico sono rappresentate da neoformazioni di tipo benigno o più raramente maligno, che devono essere preventivamente ed obbligatoriamente tipizzate per mezzo di un agoaspirato con ago sottile ed indagate con almeno un esame ecografico ed una Risonanza Magnetica ed una PET nel caso si tratti di patologia maligna da infiammazioni croniche recidivanti o da calcolosi dei dotti escretori che non abbiano trovato rimedio né con la terapia medica né con metodiche endoscopiche (c.d. scialoendoscopia) di lavaggio dei dotti e del parenchima ghiandolare o di asportazione di calcoli per le loro eccessive dimensioni.

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Quali sono le complicanze più comuni che si possono verificare a seguito di una chirurgia delle ghiandole salivari?

Le problematiche chirurgiche che si presentano sono differenti nella ghiandola parotide ed in quella sottomascellare.

La chirurgia della parotide presuppone una incisione della pelle del volto tipo lifting al davanti dell’orecchio che viene proseguita per qualche centimetro sul collo a livello dell’attaccatura dei capelli.

Imperativa è la identificazione del tronco del nervo facciale alla sua emergenza dal cranio e la progressiva dissezione periferica dalla ghiandola con occhiali ad alto ingrandimento, degli esilissimi ramuscoli nervosi in cui esso si arborizza e che terminano ai muscoli del viso assicurandone la sua mobilità. È da osservare che può sussistere un deficit temporaneo del nervo, soprattutto del suo ramo buccale che può venire stirato o, molto raramente lesionato. Tale deficit comporta un’asimmetria dell’angolo della bocca quando si sorride o si contraggono le labbra e può perdurare per qualche mese. Molto più raro è il deficit transitorio del ramo oculare o frontale. Nella casistica dello scrivente non esistono deficit nervosi né parziali, né tantomeno totali presenti a sei mesi di distanza dall’atto chirurgico.

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Esistono poi alcune inevitabili sequele dell’intervento di parotidectomia, presenti anche quando questo sia stato eseguito mantenendo una perfetta funzionalità motoria del viso ed una perfetta mimica facciale: una inevitabile depressione della regione dovuta alla rimozione della ghiandola, che si preferisce non riempire, come pure sarebbe possibile, con muscolo, per identificare con maggiore sicurezza una eventuale ripresa futura della patologia una riduzione della sensibilità della regione sede dell’intervento e del lobo dell’orecchio a causa dell’interruzione inevitabile di alcuni rami nervosi sensitivi ad opera dell’incisione. Di solito scompare nell’arco di qualche settimana una cosiddetta "sudorazione gustativa" o Sindrome di Frey che consiste in un arrossamento e sudorazione della cute della zona interessata dal trauma chirurgico durante i pasti, ed è dovuta ad una innervazione anomala di fibre nervose che, orfane del tessuto salivare "colonizzano" le ghiandole sudoripare. Un ottimo rimedio a questo disagio è rappresentato dalle infiltrazioni con botulino.

In cosa consiste la chirurgia della ghiandola sottomandiobolare?

La chirurgia della ghiandola sottomandiobolare è sicuramente meno complessa.

Viene praticata una incisione di circa 4-5 cm al di sotto della mandibola e si asporta la ghiandola dopo legatura dei vasi facciali.

A seguito dell'intervento vi può essere un deficit temporaneo del ramo marginale del nervo facciale che può venire stirato durante le manovre chirurgiche, con una asimmetria dell'angolo della bocca quando si sorride o si contraggono le labbra.

Molto raramente, perché si trovano nella parte profonda del campo operatorio possono venire lesionati il nervo linguale con perdita di sensibilità di una parte della lingua o il nervo ipoglosso con riduzione di mobilità della stessa.

Nelle mani di un chirurgo esperto queste sono complicanze eccezionali ed allo scrivente tali situazioni non sono mai occorse nell'arco della sua vita professionale

Una resezione chirurgica adeguata ed appropriata con conservazione del nervo facciale rappresenta il trattamento di prima scelta sia per i tumori benigni che per i tumori maligni delle ghiandole salivari maggiori.

Otorinolaringoiatria