Chirurgia mininvasiva laser in proctologia

Pubblicato il: 09/05/2023 Editato da: Serena Silvia Ponso il 15/05/2023

Il laser è una tecnologia che è stata introdotta di recente in chirurgia e che si sta diffondendo sempre più rapidamente visti i buoni risultati ottenuti. Della chirurgia mininvasiva laser in proctologia ce ne parla il Dott. Enzo Magnani, specialista in Chirurgia Generale

Perché la chirurgia laser la si può considerare una tecnica mininvasiva?

La chirurgia laser si può considerare una tecnica mininvasiva in quanto permette di trattare diverse patologie andando a fotocoagulare i tessuti senza ricorrere ad un taglio vero e proprio. Ciò permette di affrontare diverse patologie con sequele minime in termini di cicatrici, dolore locale e con convalescenza ridotta.

Come si svolge l’intervento di chirurgia mininvasiva laser?

L’intervento, svolto con l’ausilio di un’anestesia locale e in casi selezionati abbinata a una blanda sedazione, è praticamente indolore e ben tollerato. La durata della procedura è di circa 15 minuti e il paziente viene dimesso poche ore dopo.

Essendo un intervento non escissionale (ossia non vengono tagliati i tessuti), il fastidio postoperatorio è minimo, la ripresa alle normali attività quotidiane e lavorative avviene in tempi brevi (pochi giorni), e con ricorso a farmaci antidolorifici in genere limitato. Le complicanze sono eventi eccezionali.

 

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In proctologia quali patologie possono essere trattate con l’intervento di chirurgia mininvasiva?

In proctologia le patologie che possono trattate sono:

  1. Emorroidi: in base alla gravità della patologia si possono utilizzare due tecniche diverse:
  • Help in emorroidi di 2º grado sanguinanti senza prolasso, in cui il laser permette di chiudere le arterie che portano il sangue alle emorroidi, con conseguente risoluzione dell’emorragia e del fastidio locale;
  • LHP in emorroidi più voluminose di 3º grado, cui il laser permette di ottenere una retrazione del gavocciolo emorroidario riducendo il prolasso e il dolore locale.

L’efficacia a lungo termine di tali trattamenti è superiore all’82%.

  1. Fistole anali: tecnica FILAC che permette di “chiudere “le fistole facendole collabire senza andare a intaccare la muscolatura degli sfinteri senza nessun rischio di incontinenza postoperatoria (tecnica sphinter saving). L’efficacia e superiore al 72%.
  2. Fistole pilonidali o sinus pilonidale: la tecnica SILAC permette di trattare la cisti pilonidale e le fistole presenti andando a chiuderle ed evitando le ampie incisioni chirurgiche necessarie con la tecnica tradizionale, riducendo in maniera notevole il dolore postoperatorio, il numero di medicazioni e i tempi di recupero.

Tutti questi interventi non necessitano di una preparazione particolare a parte un piccolo clistere di pulizia la sera prima della procedura.

 

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Chirurgia Generale a Voghera

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