Visita e chirurgia proctologica

Autore: Dott. Cesare Iacopo Giannini
Pubblicato: | Aggiornato: 22/03/2023
Editor: Serena Silvia Ponso

La visita proctologica consiste in un’esplorazione del retto mediante dito guantato, a cui viene associata un’indagine strumentale mediante l’anoscopio.

L’equazione grandi emorroidi grandi disturbi e piccole emorroidi piccoli disturbi non è sempre vera

Che cos’è la proctologia?

La proctologia è una branca medica che si occupa di diagnosticare e trattare le patologie dell’ano e del retto inferiore, e di studiarne le funzioni e la fisiologia.

I sintomi più rilevanti che richiedono una visita proctologica sono:

  • Difficoltà ad andare in bagno e la sensazione di mancato o parziale svuotamento;
  • Dolori anali persistenti e prolungati post defecazione o no;
  • Presenza di tumefazioni interne o esterne;
  • Disturbi o disordini di qualsiasi genere che interessano il colon-retto e l’ano;
  • Presenza prolungata di sintomi quali dolori addominali, crampi addominali, costipazione, diarrea e nausea;
  • Presenza di sangue o muco nelle feci o sanguinamenti o mucorrea post defecazione o anche indipendenti da essa.

In che cosa consiste una visita proctologica?

Dopo un’accurata anamnesi, il proctologo provvederà a eseguire una visita che prevede un’ispezione del perineo e del canale anale, un’esplorazione rettale e un’ano-procto-rettoscopia.

Il paziente dovrà stendersi sul lettino nella cosiddetta posizione di Sims, ossia sul fianco sinistro, e piegare le gambe sull’addome posizionando i glutei sul bordo del lettino.

Se la situazione lo richiede, il medico può sottoporre il paziente all’anoscopia, proctoscopia o rettoscopia, che viene effettuata mediante l’ano o procto o rettoscopio. Sono tre strumenti che ci permettono una visione diretta del canale anale, l’ampolla rettale e il retto inferiore.

L’anoscopia è necessaria in caso di emorroidi, ragadi anali, fistole e tumori del canale anale per valutarne le condizioni e lo stadio della malattia.

La rettoscopia, invece, serve per verificare la presenza di tumori o malattie infiammatorie del retto inferiore.

La visita proctologica viene molto spesso vista con timore dal paziente per paura che possa fare male. In realtà questa visita non è dolorosa se condotta secondo le regole e con professionalità.

In caso di stenosi anale o importante ipertono sfinteriale, o in presenza di dolore per tromboflebite emorroidaria, si rimanderà l’eventuale visita completa dopo terapia adeguata a migliorare la sintomatologia dolorosa.

Chirurgia proctologica: quando è necessaria?

La chirurgia proctologica è necessaria quando il paziente presenta una patologia che non risponde alle terapie mediche e ai consigli dietetico funzionali, ossia: ragadi anali, prolasso rettale, emorroidi, condilomi anali e cisti pilonidali, fistole, ascessi e neoplasie.

A seconda della patologia, è possibile ricorrere a diversi interventi:

  1. Per le neoplasie si può ricorrere a una biopsia e ad alcune indagini per valutarne l’estensione e, in base ai risultati, procedere secondo quanto previsto per il tipo di caso in merito;
  2. Per le ragadi anali non guarite dopo i trattamenti medici si propone la sfinterotomia laterale sinistra;
  3. Per il prolasso del retto o rettocele, l’intervento deve essere scelto dopo uno studio con RNM Defecografia e Manometria anorettale (quando c’è indicazione, la tecnica più frequente è la STARR - per via trans-anale);
  4. Le cisti pilonidali debbono essere asportate (anche qui le varie tecniche sono scelte in base alla fistola/e) e sempre analizzate con un esame istologico;
  5. Gli ascessi generalmente vanno incisi e zaffati;
  6. Le fistole si trattano con fistolectomie o fistolotomie secondo la loro complessità, compresa la possibilità di sezione lenta tramite posizionamento di “setone”. Esistono anche possibilità di trattamento con Laser a Diodi Specifici, come per la tecnica FiLaC-Biolitec o l’uso di colle tissutali;
  7. Per i condilomi anali la tecnica migliore è l’asportazione con Laser a Co2 previa biopsia per tipizzazione del virus;
  8. La scelta dell’intervento per le emorroidi è legata al quadro clinico-sintomatologico, al grado di emorroidi (che va dal I al IV grado) e alla concomitanza di patologie associate (ragade anale e o ipertono sfinteriale).

Dott. Cesare Iacopo Giannini
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