Dislipidemie: cosa c’è da sapere?

Dislipidemie: cosa c’è da sapere?

Editato da: Sharon Campolongo il 25/09/2023

Le dislipidemie rappresentano uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgenza della patologia cardiovascolare aterosclerotica. Pertanto, è fondamentale non sottovalutarle per una corretta prevenzione delle patologie cardiovascolari

Che cosa si intende per dislipidemia?

Per dislipidemia s’intende un eccesso di lipidi (grassi) nel sangue.

Sappiamo che nel sangue vengono veicolati diversi tipi di lipidi: colesterolo, colesterolo HDL, colesterolo LDL, trigliceridi, acidi grassi. In base all’eccesso di uno solo o più di uno dei suddetti lipidi, si parlerà di dislipidemia semplice o di dislipidemia combinata. Poiché i lipidi sono insolubili nel torrente circolatorio, essi devono essere veicolati da proteine, che invece sono idrosolubili, dando così origine alle lipoproteine. Il termine più corretto sarebbe perciò di dislipoproteinemie, ad indicare che l’eccesso riguarda le lipoproteine. Il colesterolo, il lipide più noto, che è un componente essenziale della struttura delle cellule, viene veicolato sotto due forme: il colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) e il colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità). La densità è data dalla quantità della componente proteica. Pertanto le HDL proteggono i vasi trasportando il colesterolo, mentre le LDL tendono ad inserirsi nella parete interna dei vasi, favorendo il meccanismo dell’aterosclerosi.

Le dislipidemie possono essere di origine genetica o secondaria ad errata alimentazione o ad altre patologie; ad esempio, una ridotta funzione tiroidea può determinare una dislipidemia (in genere ipercolesterolemia). Ma, a parte le dislipidemie genetiche, la causa più diffusa può risiedere nelle seguenti condizioni:

  • Alimentazione non equilibrata
  • Stile di vita scorretto
  • Sedentarismo
  • Dieta ricca di grassi saturi
  • Abuso di alcol

tavolo con cibo per una dieta equilibrata

Come si manifesta?

Le dislipidemie sono asintomatiche, fino a che provocano danni in organi o distretti corporei specifici. Prima, però, di giungere ai danni organici è opportuno controllare lo stato delle lipoproteine, anche in assenza di sintomi, soprattutto se ci si trova in una delle condizioni sopracitate.

Come avviene la diagnosi?

La dislipidemia si diagnostica mediante un esame del sangue.

Quando si sospetta che il paziente abbia una dislipidemia, gli accertamenti diagnostici da realizzare sono:

  • Colesterolemia
  • Trigliceridemia
  • Colesterolemia HDL

Per definire la causa della dislipidemia, genetica o secondaria, vanno aggiunti

  • Proteina C reattiva
  • Glicemia a digiuno e post prandiale
  • Omocisteina
  • Creatininemia
  • Ormone stimolante la tiroide (TSH)
  • Proteinuria
  • Uricermia
  • Elettroforesi delle proteine del sangue
  • Calcio ematico
  • Eventuali test genetici

Quali trattamenti vengono impiegati?

I trattamenti utilizzati in questi casi possono essere di tre tipi:

Trattamento non farmacologico

Consiste nel modificare lo stile di vita, seguendo una dieta in cui si riduce l’apporto di grassi di origine animale e zuccheri.

Inoltre, il paziente dovrà svolgere attività fisica in maniera regolare, riducendo il proprio peso in caso di sovrappeso oppure obesità e astenendosi dal fumo e dall’alcol.

Trattamento farmacologico

Se il trattamento non farmacologico non dà risultati, sarà necessario ricorrere a farmaci per controllare i grassi nel sangue, tra cui:

  • Inibitori dell'assorbimento del colesterolo
  • Niacina (acido nicotinico)
  • Fibrati
  • Acidi grassi Omega-3
  • Integratori alimentari
  • Statine

Trattamento chirurgico

Si ricorre all’intervento chirurgico solo in caso di pazienti con iperlipidemia grave e le procedure utilizzate sono due:

Prevenzione

La prevenzione è importante per prevenire complicanze come:

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