Ecografia tiroidea: che informazioni fornisce allo specialista

Ecografia tiroidea: che informazioni fornisce allo specialista

Editato da: Marta Buonomano il 05/04/2023

Il Dott. Roberto Garberoglio, esperto in Patologie del Collo a Torino, ci spiega a cosa serve l’ecografia tiroidea e per quale motivo viene eseguita

Che cos’è l’ecografia tiroidea?

L’ecografia tiroidea è ormai molto diffusa nella pratica clinica: avendo un’ottima risoluzione spaziale offre precise informazioni morfologiche e vascolari dei tessuti tiroidei in grado di orientare le strategie diagnostiche e terapeutiche.

È un esame non invasivo, non doloroso, non associato a radiazioni ionizzanti, eseguibile a qualunque età, in qualsiasi periodo della vita (anche in gravidanza), senza controindicazioni o pericoli.

Noduli tiroidei: chi sono i soggetti più colpiti?

La prevalenza dei nodi tiroidei è più elevata negli anziani, nelle donne e nei soggetti più esposti a radiazioni ionizzanti. Con la palpazione è possibile riscontrare un nodulo tiroideo solo nel 3-7% della popolazione generale, mentre il rilievo ecografico di noduli non palpabili varia dal 20 al 76%, in accordo con i dati riscontrati alle autopsie.

Dal punto di vista clinico-patologico la maggior parte delle formazioni nodulari tiroidee evidenziate è di natura benigna, inquadrabile per lo più nell’ambito della patologia gozzigena. I tumori maligni rappresentano invece non oltre il 5 % dei noduli rilevati indipendentemente dalle dimensioni.

collo di donna

In cosa consiste l’ecografia della tiroide?

L’esame è condotto da un medico utilizzando un’apparecchiatura ecografica: l’operatore utilizza una sonda che viene fatta scorrere sulla cute del paziente, permette di ricavare informazioni sulle caratteristiche dei tessuti che vengono visualizzate con immagini in movimento su un monitor.

Questo tipo di esame non necessita di preparazioni particolari. Dura all’incirca 15/20 minuti.

Che informazioni fornisce allo specialista?

La metodica è in grado di fornire una stima accurata, nel caso di formazioni nodulari, di numero, dimensioni, caratteristiche strutturali dei nodi.

È inoltre in grado di valutare nel suo complesso il tessuto ghiandolare tiroideo in quanto permette di evidenziare alterazioni diffuse o focali, non nodulari, della ghiandola compatibili con alterazioni strutturali di tipo infiammatorio (tiroiditi autoimmuni, sub acute, acute).

Ecografia tiroidea: perché si esegue?

Nella valutazione di un nodulo tiroideo l’obiettivo ecografico primario resta quello di escludere la presenza di una patologia di tipo neoplastico maligno che possa evolversi nel tempo se non tempestivamente identificata. Individuato il nodo sospetto, il “gold standard” strumentale per la diagnosi è l’esame citologico ottenuto attraverso l’esecuzione di un’agobiopsia del nodo con ago sottile praticata per via trans cutanea sotto guida ecografica. Il materiale citologico estratto viene valutato dall’anatomopatologo che classifica il campione secondo livelli di rischio neoplastico indicati della società scientifica di riferimento (es. SIAPEC).

Dott. Garberoglio, come vengono trattati i nodi tiroidei?

In questi ultimi anni abbiamo utilizzato per i nodi tiroidei trattamenti mini invasivi di termoablazione mediante l’utilizzo, previa anestesia locale, di aghi ecoguidati che intercettano la formazione nodulare bersaglio alterandone la struttura utilizzando il calore, per indurre una riduzione volumetrica del bersaglio nel tempo.

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