Endometrite cronica: come diagnosticarla?

Autore: Dott. Andrea Maccolini
Pubblicato:
Editor: Veronica Renzi

L'endometrite è una condizione che richiede un'attenzione tempestiva e una gestione adeguata, specialmente per le donne che cercano di concepire o provengono da ripetuti fallimenti nei programmi PMA. La diagnosi precoce e il trattamento possono migliorare le probabilità di successo di una gravidanza. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Andrea Maccolini, esperto in Ginecologia a Bologna

Di cosa si tratta?

L’endometrite cronica è definita come l’infiammazione localizzata della mucosa endometriale ed è presente in un 10-11% della popolazione in generale con una maggiore prevalenza nelle donne infertili. L’endometrite rappresenta una delle cause uterine di mancato impianto dell’embrione nei cicli di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

Cause e sintomi dell’endometrite cronica

La causa più comune di endometrite cronica sono batteri comuni (streptococco, coli, enterococco, etc.). Si manifesta spesso in forma asintomatica o con sintomi poco specifici come dolore pelvico, sanguinamento uterino anormale, dispareunia (rapporti sessuali dolorosi), leucorrea (aumento delle perdite vaginali), cistite, vaginite ricorrente, lievi disagi intestinali.

La presenza di questi batteri nella cavità uterina produce una serie di alterazioni a vari livelli:

  • Alterazione della popolazione di cellule immunitarie coinvolte nell’impianto embrionale, con maggiore presenza di linfociti B.
  • Riduzione della presenza di cellule NK nel punto di impianto.
  • Aumento del numero di anticorpi.
  • Variazione dell’espressione di una serie di geni coinvolti nell’impianto embrionale.
  • Induce cambiamenti nella secrezione di varie citochine e altri fattori coinvolti nella ricettività endometriale.
  • Resistenza al progesterone a livello endometriale.
  • Modificazione della maturazione endometriale.
  • Aumento della contrattilità uterina nel periodo peri-impianto.

     

Tutte queste alterazioni da un lato determinano un impatto negativo sull’impianto dell’embrione favorendo l’abortività.

Diagnosi di Endometrite

La diagnosi coinvolge un processo che comprende una serie di passaggi e valutazioni da parte del ginecologo, vediamoli di seguito.

Anamnesi e Discussione dei sintomi

È importante fornire informazioni dettagliate sul tuo stato di salute, inclusi sintomi come febbre, dolori pelvici, sanguinamento anomalo, e qualsiasi precedente intervento chirurgico uterino o uso di dispositivi intrauterini.

Biopsia Endometriale

Rappresenta l’esame principale per la diagnosi di endometrite. Il medico può eseguire una biopsia dell'endometrio con o senza esame isteroscopico. Un campione di tessuto endometriale (biopsia) viene prelevato e successivamente analizzato in laboratorio per cercare segni di infiammazione o infezione.

Test diangostici

Per identificare il tipo di infezione e determinare il trattamento più appropriato è possibile anche eseguire alcuni test specifici sul campione bioptico:

  • ricerca delle plasmacellule con marcatore di superficie CD138 (noto anche come Syndecan-1). Le plasmacellule sono un tipo di cellule del sistema immunitario coinvolte nella produzione di anticorpi per combattere le infezioni. La presenza di plasmacellule con marcatore CD138 positivo possono essere un segnale di infiammazione endometriale.
  • ALICE test (Analysis of Infectious Chronic Endometritis): è un test diagnostico rapido ed economico per rilevare e quantificare con metodo biologico molecolare PCR (reazioni della polimerasi a catena) i batteri patogeni più comuni che causano endometrite cronica indicando un trattamento antibiotico mirato.
  • EMMA test (Endometrial Microbioma Metagenonic Analysis): consiste nell’analisi metagenomica di campioni di tessuto endometriale seguito dall'estrazione del DNA. Il DNA estratto viene quindi sottoposto a sequenziamento ad alto rendimento (next-generation sequencing) per identificare e catalogare i microorganismi presenti nel campione. Questo processo permette di ottenere informazioni dettagliate sulla composizione del microbioma endometriale, inclusi i tipi di batteri presenti e la loro abbondanza relativa. Nel caso in cui venga rilevata un’alterazione del microbioma la terapia suggerita è l’assunzione di Probiotici specifici.
  • Esami di Laboratorio: si tratta di esami del sangue volti a rilevare segni di infezione, come un aumento dei livelli di globuli bianchi o altri marcatori. L'analisi del sangue può anche essere utile per escludere altre condizioni mediche.
  • Esami di Imaging: In alcuni casi, il medico può raccomandare esami di imaging come l'ecografia transvaginale per valutare l’endometrio o eventuali infezioni nelle tube di Falloppio.  

Dott. Andrea Maccolini
Ginecologia e Ostetricia

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